Vantage: un immenso open world per la tua immaginazione

Per alcuni è il gioco dell’anno. Per molti è “solo” il gioco più innovativo di questo periodo.
Sicuramente Vantage, ultimo prodotto della Stonemaier e che vede come designer proprio Jamey Stegmeier, è qualcosa di davvero particolare.
Un po’ gioco da tavolo, un po’ gioco di ruolo, Vantage è stato uno dei giochi più attesi di questo periodo.
E noi lo abbiamo giocato.

12 minuti
Per chi va di fretta
  • Un attesissimo gioco cooperativo di narrazione
  • Un sacco di carte creano un enorme open-world
  • Giocatori più tradizionalisti cercheranno ad ogni costo un scopo (ma non lo troveranno)

In realtà la sezione “giochi narrativi” di BGG è stracarica. C’è chi ha già ricollegato Vantage a Tales of the Arabian Nights. Senza andare 15 anni indietro nel tempo, potremmo citare Ryan Laukat con Sleeping Gods.
E quindi qualcuno potrebbe dire: “Niente di nuovo sul fronte occidentale”.
In questo articolo vi riporto le cose come le ho percepite, in modo che possiate farvi una vostra opinione.

Vantage

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Autori

Jamey Stegmaier

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Editore

Stonemaier

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Giocatori

1-6

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Età

14+

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Durata

2-3 ore

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Costo

70€ circa

Una miriade di carte da tenere ordinate

Vantage è uno scatolone quadrato, spesso e pesante. All’interno è tutto ben organizzato e così deve rimanere.
Parliamo di 916 carte che devono stare ordinate e l’editore ci offre tutte le condizioni, con i dovuti separé, affinché vi rimangano.
Anche altre carte, le Location, che sono più di 400, hanno il loro settore.
Non so dirvi se ci stanno con le bustine, immagino di sì, ma non ce n’è bisogno. Non devono essere mescolate e devono essere semplicemente consultate come si faceva, almeno al mio paese, quando si consultava l’archivio bibliotecario prima dell’avvento della digitalizzazione.

Vantage gioco da tavolo
Potrei mettermi a piangere se cascasse tutto

Maneggiare con cura

A differenza, ad esempio, di Finspan o Expeditions, questa volta Stonemaier non ci propone il “tappo” in plastica che fissa tutto quanto. E invece mai come in questa occasione ce ne sarebbe bisogno. Immaginiamo che nell’ingegnerizzazione del boxing non fosse possibile prendere questa precauzione.
Fatto sta che quando porti a casa di un amico Vantage hai le stesse precauzioni e timori di quando hai a che fare con un bambino uscito dalla nursery.
Diversa la gestione della “minuteria”: token, segnalini e un discreto numero di dadi trova posto in comode scatoline.
Tuttavia ho ancora un po’ paura a disporlo verticalmente nella Kallax.

Enormi possibilità di esplorazione

Rispetto ad altri articoli il reportage fotografico sarà ridotto.
Vantage non è un legacy, ma comunque offre un sistema di esplorazione open world. Il mondo offerto è terribilmente ampio, tanto che una piccola fuga di notizie non comprometterebbe l’esperienza di gioco. Ad ogni modo abbiamo preferito essere spoiler free.
Il termine open world deriva dal mondo dei videogiochi. Personalmente ho speso un bel po’ di nottate nella Wasteland di Fallout 3.
La possibilità di scorrazzare a destra e a manca, non necessariamente seguendo la quest principale, mi trasportava davvero in quel mondo post-apocalittico, complice forse anche la magia delle ore notturne.

Un po’ di (inutile) terminologia

Diversamente non amo l’etichetta rogue-like, che tra l’altro l’editore non ha alla fine usato per Vantage (vedi la lista dei link).
Generalmente mi rendo conto che su Volpe Giocosa siamo imprecisi con le definizioni, anche perché non le amiamo.
Ma se dovessimo applicarle in modo severo, Vantage ha qualche elemento in comune ma non tutte le caratteristiche peculiari di un rogue-like.
Per quanto mi riguarda, preferisco usare il termine open world e con questo chiudo questo noioso capitolo.

Vantage gioco da tavolo
Il nostro ingegnere è pronto per fare del suo meglio

Narrazione e qualità della storia

Credo che la forza di un gioco di narrazione debba risiedere proprio nella qualità della storia raccontata. Che poi deve essere chiaramente nelle corde del giocatore (la sua cup of tea, come a volte si dice) per essere apprezzata, ma è un altro conto.
In Vantage i giocatori, ognuno con un ruolo e una funzione diversa, si trovano su un’astronave diretta verso un pianeta inesplorato. Ok, fino qui è una storia già vista.
Hanno ricevuto una comunicazione radio dal “The Traveler“, che comunicherà con i giocatori anche nel resto dell’avventura.
L’astronave poi ha qualche impiccio e tocca abbandonarla. I nostri ragazzoni lasciano la nave attraverso capsule di salvataggio alla Nemesis. Il punto principale è che si schiantano ognuno in una posizione diversa del pianeta.
Per la cronaca la meccanica di gioco, attraverso l’uso di dadi, propone 21 siti di atterraggio diversi per ciascun giocatore. Un totale quindi di 126 possibili situazioni iniziali, senza alcuna chance che due giocatori si trovino, almeno all’inizio, nello stesso punto del pianeta.

Vantage gioco da tavolo
I token skill si possono usare anche per supportare un altro giocatore

Skill e carte azione: cosa serve sapere

Quindi nel nostro racconto siamo su questo punto di atterraggio, con il nostro Morale, Salute e Tempo a disposizione.
Ad inizio partita non abbiamo nessuna attrezzatura, se non il nostro bagaglio di skill che tiene conto anche del nostro background, ovvero del ruolo che avevamo sull’astronave.
Le skill hanno un ruolo importante e sono contabilizzate da gettoni che, insieme al denaro, costituiscono per certi versi la risorsa del gioco.
È importante elencarle per una migliore comprensione:

  • Muoversi
  • Osservare
  • Interagire
  • Aiutare
  • Prendere
  • Sopraffare

Nel proprio turno il giocatore avrà la possibilità di interagire con le carte davanti a sé. Includono il proprio personaggio, insieme al suo equipaggiamento, e anche la carta Missione e Destino. Di queste due carte parleremo più tardi.
Comunque vi troverete, principalmente, a interagire con la carta Location, ovvero il luogo in cui vi trovate, rappresentato da una carta che sta in piedi davanti a voi sul vostro portacarte.
Oltre a essere molto comodo, permette di evitare che gli altri giocatori la vedano.

Artwork che conta: osservare è fondamentale

Nella maggior parte dei giochi l’artwork può avere un ruolo complementare. Certo lo stile di Ian o’Toole può essere piacevole o comodo, ma l’esperienza che si ha nelle diverse versioni di Kanban, almeno per noi, è grosso modo la stessa.
Questo non è vero in Vantage. Qui la carta Location è di grandi dimensioni perché il giocatore deve cogliere informazioni dall’immagine.
I superstiti al disastro spaziale si suppone siano in contatto tra loro attraverso ricetrasmittenti. Nella meccanica del gioco significa che nelle sfide, le vedremo tra poco, in una certa misura si possono aiutare l’un l’altro.

Narrazione al quadrato

Non possono condividere invece quello che vedono, che deve essere raccontato dal giocatore, soprattutto se vuole un consiglio.
Ora, quanto sia credibile che non abbiano smart glass non saprei dirlo, comunque è un cheeky fix, un escamotage meccanico, per evitare il problema del giocatore alpha e introdurre ulteriore narrazione nella narrazione.
Al di là di tutto quello che vedremo in seguito è questo il fulcro del gioco che dà anche il nome alla scatola, Vantage. Il termine infatti, per quanto ne capisca, mette proprio l’accento sul punto di vista e la soggettività della percezione.

Vantage gioco da tavolo
Una risorsa, forse secondario, è il denaro

Un esempio pratico senza spoiler

E quindi dicevamo che l’interazione con la Location sarà una delle azioni più frequenti in Vantage.
Abbiamo creato un esempio fittizio in modo da essere estremamente pratici mantenendo la nostra promessa di essere spoiler free. Mi scuserà Jamey per la trivialità dell’esempio che sfocia un po’ anche nel no-sense.
Supponiamo quindi di trovarci di fronte a questa immagine.

Un esempio fittizio per spiegare come funziona una carta Location in Vanatage
Un esempio fittizio per spiegare come funziona una carta Location in Vantage

Mi accingo quindi a raccontare quello che vedo ai miei compagni di esplorazione, dispersi in qualche altra parte del pianeta. Potrei leggere pari pari la descrizione nell’angolo a sinistra. Ho però sempre preferito evitare di essere così esplicito per lasciare ancora più spazio alla narrazione.

Sto ancora nell’erba alta. Vedo un vagone ferroviario abbandonato, tra l’altro nemmeno sui binari. Dallo stato mi sembra tutto quanto in disuso.
Ragà… io qua sono nudo come un verme. Che faccio? Vedo se riesco a trovare qualcosa dentro? Penso però sia chiuso con un lucchetto…

Risponde l’ingegnere:
Ok, ma ce la fai ad aprirlo? Io ti posso dare una mano, ma riesci a capire quanto è complesso il sistema di chiusura?

Boh… sembra una serratura elettronica… Potrebbe essere al di sopra delle mie capacità. Che faccio, tiro dritto e mi faccio i fatti miei?

Interviene il “soldato”:
Macché! Spacca tutto e razzia quello che trovi

Meglio che me ne vada… Vado a Est, passatemi carta 003

Dalla carta al libro

L’esempio precedente è una tipica conversazione che può accadere in un turno di gioco. Ogni skill racchiude un set di possibili azioni collegate, di volta in volta proposte.
Fatta la scelta, si prende il libricino e si va al paragrafo corrispondente alla carta.
Ci sarà un livello di difficoltà che dobbiamo fronteggiare per quella scelta. Si risolve con un sistema di assegnazione di dadi, quindi se volete con un elemento aleatorio, che non mi va di spiegare qui nel dettaglio. È come se davanti a un’auto da corsa mi soffermassi a spiegare come funziona la frizione: lo leggete nel manuale.
Fatto sta che, a differenza di altri giochi, l’azione intrapresa è sempre un successo. I dadi lanciati, le vostre skill, equipaggiamenti ed eventuale supporto dal resto della squadra determinano solo quanto costa, quanto “affatica” il vostro personaggio in senso lato.
Queste azioni potrebbero anche far retrocedere i token Tempo, Morale e Salute fino a esaurire il personaggio e, in buona sostanza, far perdere la partita.

Vantage gioco da tavolo
Le carte Location non sono poche: tanta rigiocabilità

C’è una Missione… se vi va

Durante il setup è sorteggiata una Missione fra le 21 a disposizione. Notate come siano piuttosto esigue nell’abbondanza generale offerta da Vantage.
Quando giravo nella Zona Contaminata di Fallout 3 il filone principale della storia mi interessava poco. Anzi, cercavo di non farlo avanzare proprio per lasciarmi il tempo per vagare a raccogliere storie, anche attraverso sub-quest ed equipaggiare il mio personaggio.
Alcune narrazioni, la divisione in fazioni e gli interrogativi che il gioco poneva erano secondo me anche migliori della quest principale.

In Vantage avviene qualcosa di simile. L’autore ti mette davanti a una Missione, che può essere corredata anche da una carta Destino per ulteriore epicità.
Sta ai giocatori decidere quanto vogliono premere l’acceleratore per chiudere la partita.
Vantage non è un gioco a campagna. È venduto come un gioco che si chiude in un’unica sessione e in effetti così è.
Nulla vieta di dire “ragazzi ci facciamo una girata di un paio di ore, poi se volete mettiamo a posto o continuiamo la prossima volta.”
E per le ragioni viste in precedenza prendetevi il vostro tempo per inscatolare di nuovo tutto quanto.

Una soluzione digitale per i più pigri

Gestire tutta questa narrazione è un pochino laborioso. I vari libri sono disponibili anche in formato digitale, ma come consiglia l’autore, è preferibile non avere distrazioni digitali.
Spesso mi capita nei giochi collaborativi di avere anche più personaggi in contemporanea. L’ho fatto ad esempio in Earthborne Rangers, che ha anche diversi elementi di contatto con Vantage.
Qui non ha senso, proprio perché è l’esperienza narrativa il nocciolo di Vantage.
Accade poi che un giocatore può accelerare verso l’obiettivo della Missione mentre qualcun altro vuole vagabondare in giro.
È un’occasione che mi è stata riportata, ma mi sembra rara e non capisco bene come possa succedere.

Vantage gioco da tavolo
Questi dadi sono ovviamente collegati alle skill, ma sono anche usati ogni volta serve qualcosa di casuale

Un mondo onirico al servizio dell’immaginazione del giocatore

Senza spoiler ecco qualche dettaglio sull’universo proposto da Jamey Stegmeier.
Il pianeta che stiamo esplorando ha tratti onirici, in un mondo sospeso in una miscela di tecnologia e magia. Chi ha giocato al gioco di ruolo Numenera ha trovato un simile flavour. Personalmente mi ha ricordato un po’ Avatar. E qui mi fermo.
Ma l’ambientazione di Vantage sembra avere volutamente contorni sfumati, così come le azioni con cui interagiamo non sono “nette”.
Nell’esplorazione troveremo degli autoctoni, chiamata generalmente “senziente”, e oggetti di varia fattura, definibili come “gingilli”.
La loro interpretazione è uno sforzo che è richiesto all’immaginazione del giocatore.

Link utili

In conclusione

Vantage è sicuramente un gioco atipico nel panorama dei giochi da tavolo, sebbene la “antologia ludica” sia ricca di giochi narrativi, e ne abbiamo citati un paio.
Nelle community troverete riferimenti anche a “7th Continent” o “Tainted Grail”, giochi di cui non sono un conoscitore.
So solo che l’implementazione dell’open world e la soddisfazione che ho avuto nel vedere progredire il mio personaggio mi sono capitate poche altre volte.

La narrazione prima della meccanica

Il gioco lascia spazio all’immaginazione del giocatore e proprio il regolamento indica come la “fluidità” e coerenza della storia prevalgano sulle rigide imposizioni della meccanica.
Perché è chiaro che la libertà offerta da un open world esponga il fianco al bug. Ed è allo stesso modo prevedibile che l’austero giocatore di german non apprezzi dover “arrotondare” il regolamento.
La meccanica stessa della risoluzione delle azioni è molto semplice e non vi è nessuna possibilità di sviluppare una strategia, ma è richiesto semplicemente un minimo di capacità tattica. Il fatto che non si possa fallire un’azione completamente ne è una riprova.
Vantage non vi vuole sfidare, ma offrire un’esperienza.

Materiali convincenti, ma attenzione alla scatola

Stonemaier ci propone Vantage con la solita cura che mette nei suoi prodotti. Gestire più di 1000 carte non deve essere stato facile e sebbene tutto sia in ordine rigoroso con elementi per tenere ogni cosa al suo posto, abbiamo avuto una sensazione di fragilità. Come se l’entropia potesse da un momento all’altro prevalere e mettere tutto in disordine. Magari è solo una mania.
L’artwork è convincente ed evocativo, aiuta la narrazione e quella meccanica basata sull’osservazione che l’autore propone.
Alla pagina del gioco trovate tutto quanto digitalizzato, strumenti per giocare a distanza come si faceva durante il lockdown e il generale supporto che Stonemaier offre per i suoi giochi.
Ci sono anche “effetti speciali” che preferiamo scopriate da soli.

Vantage gioco da tavolo
Tempo, Morale e Salute si muovono sul tracciato.
Portarli a 0 vi avvia verso la sequenza che guida la sconfitta

Un passo dopo l’altro: concedetegli il suo tempo

BGG riporta per Vantage una difficoltà intorno al 2.5. In effetti ci raccontano di partite anche con bambini.
È possibile, ma questo gioco potrebbe allo stesso tempo spaesare anche uno scafato giocatore di gestionali.
Dovete concedere a Vantage di farvi sedurre.
La prima partita, che giocai in solitario, mi trovò davvero disorientato. Riuscivo a entrare poco nel mondo che l’autore mi proponeva e ho fallito la missione dopo pochi round.
Meglio la seconda partita, dove ho visto il mio personaggio crescere e ho preso maggiore consapevolezza del mondo che stavo esplorando.

Persi alla prima partita

Ho notato che Vantage parte lento. I primi turni servono un po’ per finalizzare il setup, mischiando un po’ le carte in tavola (non fisicamente, mi raccomando). All’inizio il gioco vi viene incontro offrendovi token skill che ingenuamente spenderete subito.
Solo a quel punto inizierete a camminare con le vostre gambe e ogni giocatore al tavolo sarà coinvolto in storie apparentemente diverse.
Ascoltare queste storie, e la loro percezione dei luoghi che stanno esplorando, ammazza anche il downtime.
I paragrafi sono per lo più brevi e tengono alto il ritmo di gioco, a differenza ad esempio di Sherlock Holmes, dove siamo quasi di fronte a un librogame.

Una meccanica che sono felice di aver ritrovato

Quando leggevo librogame avevo due volumi della collana “Partita a Quattro”.
Questa serie aveva un sistema di scelta delle azioni che non ritrovai in altre serie. Non era infatti esplicitato cosa volevi fare, ma bensì il comportamento che volessi tenere.
Il tuo personaggio poteva cioè reagire in modo amichevole o aggressivo, ma non sapevi cosa esattamente avrebbe fatto, ma solo come.
Avevo apprezzato questa meccanica e sono felice di avere trovato qualcosa di analogo in Vantage, sebbene sia chiaro che possa dare adito a fraintendimenti.

Partita gioco da tavolo
Nella collana di librogame “Partita a 4” potevi scegliere l’atyteggiamento che volevi tenere, ma non esattamente cosa volevi fare

Scalabilità: bene fino a 4 giocatori

Vantage è proposto fino a 6 giocatori. Sebbene ci siano trick anti-downtime, comunque mi sembra improbabile un tavolo superiore alle 4 persone.
Funziona anche in solitario, solamente che a quel punto lo sbattimento di andarsi a cercare di volta in volta il paragrafo sul libro del colore giusto può pesare.
In due già meglio, per poi arrivare a 3, forse il player count migliore. È un argomento molto dibattuto, dove l’unica certezza, se in questi casi ve n’è una, è proprio sul numero massimo di giocatori.

Provate con un master

Un’alternativa che ho trovato in maniera autonoma, ma che ho visto implementata altrove per coincidenza, è quella di giocare con un master come fosse un gioco di ruolo.
Provate un tavolo con 3 giocatori e con uno che gestisce carte e libri (i token e dadi ce la possono fare i giocatori pure da soli).
Il gioco scorre davvero più fluido e anche il master trarrà godimento dall’esperienza.

Vantage gioco da tavolo
Immagine da una partita dove facevo il master

La lingua è importante

Fate in modo però che, qualunque sia la conformazione del tavolo, colui che è incaricato di leggere abbia una buona conoscenza dell’inglese.
Generalmente non ho problemi, usando anche professionalmente questa lingua, ma qui ho fatto un po’ fatica.
Doversi sforzare nella comprensione chiaramente distrae dal godersi la partita. Se pensate possa essere un problema, aspettate la localizzazione.

Aspettative e realtà

Parlando di Altay, facevamo riferimento alla potenziale delusione che può creare un mismatch fra risultato ed aspettative, non necessariamente basate sul livello qualitativo di un prodotto o un’esperienza.
Se vi avvicinate a Vantage, sappiate che è un prodotto per i fan dell’esplorazione e dello storytelling. Tutto il resto viene dopo e buona parte delle critiche lette nei vari forum sono corrette, ma sembrano ignorare questa premessa.
La struttura adottata single shot fa sì che non ci sia la necessità di radunare più volte lo stesso gruppo di persone. Il mio gruppo per concludere TTRL: Leggende del Vecchio West ha impiegato un anno. In Vantage il problema non si pone, essendo intavolabile praticamente sempre.
E quindi mollate le redini, insomma, e passate una serata alla scoperta di un pianeta inesplorato.

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2 commenti

  1. Delusione totale questo gioco.
    Sull carta è ciò che ho sempre sognato ma la totale assenza di controllo lo rende – per me – un gioco completamente inutile, il caso è padrone di qualsiasi meccanica.

    • Capisco quello che vuoi dire

      È un gioco di narrazione, quasi un librogame come leggi nell’articolo.

      Forse cercavi qualcosa più “gioco da tavolo”

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