Dopo Scythe e le sue espansioni, Expeditions ci permette di tornare nuovamente a far visita a questo universo diesel punk
Un nuovo gioco standalone di Jamey Stegmaier che ci vedrà nuovamente a condurre Mech nell’Europa orientale (e questa volta ancora più ad est).
Tempo di lettura 11 minuti
Un gioco dalla componentistica abbondante e dettagliata con un davvero largo supporto di risorse online.
In realtà non che siano indispensabili, ma tutta roba che sicuramente migliora l’esperienza da un punto di vista globale.
Copriamoci e partiamo per la taiga.
Expeditions
di Jamey Stegmaier
Stonemaier Games (Ghenos Games in Italia)
Da 1 a 5 giocatori. Età 14+
Durata: 60-90 minuti
Costo: 90€ circa (non deluxe)
La copia a nostra disposizione è in inglese. Di conseguenza le parole chiave usate potrebbero differire rispetto a quelle indicate nel regolamento ufficiale in italiano. Tuttavia il loro uso è, almeno speriamo, coerente in tutto l’articolo.
Con l’occasione indichiamo che Expeditions ha del testo in inglese nelle carte, ma che queste sono palesi a tutti i giocatori.
Un esercizio di memoria e anche un solo giocatore un po’ pratico con la lingua di Albione possono essere sufficienti.
Dove eravamo rimasti?
Expeditions prosegue la narrazione degli eventi che furono raccontanti in Scythe.
Per chi si fosse perso il capitolo precedente, Scythe seguiva una timeline alternativa rispetto alla storia reale. Il mondo, è nello specifico l’Europa orientale, prova a riprendersi dopo le vicissitudine della Prima Guerra Mondiale.
Un universo che si biforca grosso modo all’epoca della guerra sovietico-polacca, con robot giganteschi (Mech) e una misteriosa Fabbrica dove questi prodotti dal sapore diesel punk sono prodotti.
Un viaggio in Siberia
L’antefatto di Expeditions è meno bellicoso di quello di Scythe.
Quella storia si è mischiata ormai alla leggenda e, tutto sommato, regna la pace. La caduta di un meteorite nella regione di Tunguska attira l’attenzione generale sulla Siberia e una spedizione scientifica si inoltra nella taiga ad investigare.
I ricercatori, con a capo il dr. Tarkosky, non danno più loro notizie. L’unica informazione certa è che la caduta del meteorite ha risvegliato un antico male che sta coprendo con la Corruzione la regione prossima all’impatto.
La storia dei giocatori inizia proprio al Campo Base, sul limitare della zona dove è avvenuto l’impatto.
Si addentrano anche loro nella taiga, con opportuni Mech pensati per l’impresa, con l’obiettivo di saperne qualcosa di più su questi fatti, ma anche nella speranza di trovare artefatti e ottenere la Gloria.
La nostra versione quasi-deluxe
La scatola di Expeditions in nostro possesso è enorme e pesante. Il formato è rettangolare, come quello di Scythe, ma si sviluppa verticalmente.
La versione che abbiamo non è deluxe, ma è quella base. Si fa per dire.
Infatti include già grandi, pesanti e dettagliate miniature dei Mech, ovvero le pedine dei giocatori.
Non c’è un tabellone, ma il terreno di gioco è una mappa modulare composta da 20 esagoni, i Luoghi, di generose dimensioni.
Durante il setup viene tutto randomizzato e solo le tessere più vicine al Campo Base, a Sud, sono scoperte.
L’esplorazione è infatti un elemento fondamentale del gioco.
Gli esagoni così disposti non formano un insieme convesso (scusate la pedanteria matematica), ma ci sono dei “buchi”. Queste lacune sono utilizzate per ospitare le carte, in modo da avere una sorta di “vetrina diffusa”.
Le carte sono di vario tipo. Possono riportare Oggetti da raccogliere, Missioni da compiere o frammenti di Meteorite.
Tutto quanto è estremamente ordinato nel pre-formato di plastica, con i suoi ziplock di materiale riciclabile (ci viene da pensare) e un coperchio in plastica trasparente per evitare che il materiale si cappotti se disponete verticalmente la scatola.
Addirittura vengono messi a disposizione una sorta di feltrini, tipo quelli che si mettono sotto le sedie.
Ovviamente sono più gommosi e devono essere incollati nei quattro angoli delle Plance Mech (adesso ci arriviamo) per creare un certo spessore.
In questo modo sarà più facile infilare le carte sotto la plancia.
Un eroe, un suo fido compagno e un Mech
Ogni giocatore ha un suo equipaggio da gestire. Questo team è costituito da due carte, ovvero da un personaggio e quello che, se fosse un gioco fantasy, avremmo indicato come famiglio.
Ecco quindi che il veterano di guerra Gunter, un po’ sbandato come Rambo dopo il Vietnam, si dirige a nord col suo lupo Nacht, in cerca di avventura.
Chiaramente entrambi personaggi, o le carte se vogliamo, hanno abilità speciali leggermente differenti a quelle di altre coppie, dando così un po’ di asimmetria al gioco.
L’asimmetria cresce ancora, insieme alla variabilità del setup, se consideriamo che a ciascuna squadra può essere associato un qualsiasi Mech, con la sua plancia che riporta la propria abilità speciale.
Finite queste assegnazioni, ogni giocatore segna a 0, con due opportuni segnalini, la propria Astuzia e Potere.
Prende anche 4 segnalini Gloria del proprio colore, che hanno un po’ la stessa funzionalità vista in Scythe, e un cubetto che gli permette di selezionare le azioni che vuole compiere nel proprio turno.
Fra scienza e profitto
E quindi ci siamo lasciati con la propria plancia Mech davanti, la disponibilità di due carte iniziali e il Mech al Campo Base.
Le carte nella propria mano sarebbero in realtà da indicare come “a disposizione”. Non sono infatti fisicamente tenute in mano, ma disposte in fila sulla sinistra della Plancia Mech.
Quando giocate, tramite un’azione Gioca, si spostano nella sul lato destro.
Prima o poi dovremo ripristinare la mano, riportando le carte sulla sinistra: questa è l’azione Ripristino.
La Plancia Mech di ciascun giocatore fornisce infatti quattro spazi azione: Muovi, Gioca, Raccogli e la più saltuaria Ripristina.
Il cubetto visto in precedenza nasconde ad ogni turno uno di questi spazi, indicando che in quella circostanza saranno svolte le altre due azioni (dopo la fase Ripristina in realtà si svolgono tutte e tre le azioni restanti, ma ok…).
La Corruzione dilaga
L’azione Muovi è quella che permette di muovere il proprio Mech sulla griglia di esagoni.
Se la tessera dove muove è coperta, viene rivelata e da un sacchetto viene pescato un certo numero di token Corruzione. I token sono di due colori, ovvero degli stessi usati per indicare Potere e Astuzia. E’ infatti spendendo queste risorse che si possono rimuovere e raccogliere i token.
Il singolo token indica oltre al tipo di risorsa necessaria anche il valori di punti da spendere.
Sia esplorare una nuova tessere esagonale che rimuovere Corruzione è cosa buona. Se questa seconda azione, come visto, ci permette di collezionare token, la prima di permette di raccogliere gettoni Mappa.
Saranno poi utili per la Gloria, ma ci arriviamo con calma.
Svolgendo invece un’azione Raccogli si prendono invece le risorse indicate dalla tessera Luogo dove si trova il proprio Mech. Può essere una Moneta, oppure una delle carte a disposizione nella vetrina o in cima al mazzo di pesca.
Potremmo anche avere l’opportunità di ingaggiare Lavoratori, in 5 colori di diversi. Queste risorse sono banalmente meeple, anche se ben dettagliati.
Quando una carta viene giocata, oltre ad abilità di base, come ad esempio avanzare sul tracciato Potere o Astuzia, consente anche un’abilità speciale se ci si associa un Lavoratore del tipo indicato.
Per capirci anche l’azione di rimozione della Corruzione (Sconfiggere) può essere legata a un’abilita attivabile tramite Lavoratore.
Come si vince?
Partiamo col dire che ogni carta che raccogliamo durante il gioco può essere “risolta“. Una Missione può essere portata a termine, un Meteorite fuso e un Oggetto potenziato.
Quando una di queste carte viene risolta, viene messa sotto la propria plancia Mech (lasciandone scoperta una parte, come gli Interpreti di Studiosi a Sud del Tigri)
Sulla tessera del Campo Base è mostrato, ad esempio, che è necessario portare a termine 4 Missioni prima di poter reclamare il premio. Per reclamare quello relativo all’esplorazione servono invece 5 segnalini Mappa.
Sono queste le “categorie di Gloria” e ne esistono in tutto 7.
Attenzione perché una volta raggiunte le condizioni per essere eleggibili al premio, la sua reclamazione non è automatica ma esiste un’azione dedicata per farlo (Vantarsi).
Ogni premio è reclamabile una volta sola dal singolo giocatore, e lo fa ponendoci una propria stellina (segnalino Gloria), ma più giocatori possono reclamare lo stesso premio.
Il primo giocatore che piazza il suo quarto e ultimo segnalino Gloria innesca l’ultimo round per passare poi alla conta dei punti finali.
La classifica terrà conto di diversi fattori, come ad esempio le monete raccolte e la Corruzione eliminata, e non solo dei segnalini Gloria piazzati.
Come l’Automa ci ha fatto a pezzi
Più di altre volte abbiamo giocato anche in modalità solitario. C’è da dire che Expeditions si presta bene per essere giocato da soli.
Tenete conto che l’interazione nel corso del gioco, in multigiocatore, è bassa.
Può accadere che un Mech avversario occupi un Luogo dove c’è una risorsa che vi serve oppure che qualcuno vi rubi una carta che vi avrebbe fatto comodo.
Niente di più. Anche perché mettersi di traverso agli avversari, nonostante le carte siano palesi, diventa sempre più complesso di round in round proprio per via delle informazioni che si accumulano.
A dire il vero un fan sta provando ad introdurre un po’ di interazione light attraverso i combattimenti, così come accadeva in Scythe.
Un Automa autonomo
L’Automa implementato, che muove due Mech, in effetti fa questo.
Molto rapido da gestire, con un semplice mazzo di carte che ricorda il Mautoma di Brass Birmingham.
I due Mech mossi dalla Scatola si muovono uno nella regione Centrale e uno in quella Nord, dandovi “casualmente fastidioso”.
Nei primi round si limiteranno a intoppare qualche Luogo, ma poi inizieranno a rubare token Corruzione o Mappa.
Diversi i livelli di difficoltà messi a disposizione: più l’Automa è competitivo, più velocemente farà punti e prima si metterà a raccogliere segnalini.
Un po’ di roba da scaricare
Oltre al classico specchietto, riportiamo qui qualche informazione in più perché il materiale è davvero utile e abbondante.
Anche se l’inglese lo masticate poco, date sempre un’occhiata alla pagina del gioco sul sito di Stonemaier.
A parte trovare i due regolamenti, multigiocatore e solitario, c’è anche la possibilità di stampare i “consumabili” (in questo caso un contenuto addizionale legato al diario della spedizione).
Guardate anche le app messe a disposizione, ad esempio, per il setup.
Non ci sembrano prone al bilanciamento (che non ce ne sia bisogno?) come quelle di A War of Whispers, tipo quella fatta da noi.
Ma sicuramente una delle note positive di Expeditions è quella di averci segnalato i tutorial di Dized.
Dovete scaricare una app per il vostro smartphone per accedere a una vasta libreria di tutorial interattivi, tipo quelli messi a disposizione nei videogiochi.
Probabilmente la versione di tutorial più utile che possa esistere, dove si apprende più velocemente e dove non tocca lavorare di cesello sulla barra di You Tube per trovare l’esatto istante dove c’è l’informazione che ci serve.
L’Automa e il tutorial di Dized fanno una combo micidiale che vi farà giocare 5 minuti dopo aver defustellato.
In conclusione
Ed eccoci alla fine di questo, crediamo, dettagliato articolo su Expeditions.
Amiamo l’ambientazione delineata da Scythe. Dove lo steam punk è decisamente inflazionato, il diesel punk è una trovata decisamente più originale e meno consunta.
L’evento di Tunguska ha poi quell’alone di mistero che ha avuto una notevole influenza culturale. Per rimanere nel mondo ludico, qualche “giovane adulto” ricorderà un avvincente saga punta e clicca.
Qui viene ripresa l’ipotesi più accreditata dietro l’evento, ovvero quella del meteorite, con qualche piega sci-fi che ricorda Picnic sul ciglio della strada, capolavoro della fantascienza sovietica già citato quando si parlava di S.T.A.L.K.E.R.
Tra l’altro anche il nome del dr. Tarkovsky ha il sapore dell easter egg: risolvetelo.
E’ davvero il seguito di Scythe?
Alcune critiche sono state mosse riguardo al fatto che Expeditions è il seguito di Scythe solo in termini di lore, ma non di meccaniche di gioco.
Ora, il gioco può piacere come no (e come sempre), ma la critica ci sembra immotivata, dal momento che si tratta di una scatola standalone e non di un’espansione.
Sta insomma nella stessa relazione in cui Maple Valley sta con Creature Comforts.
Forse anche un pelino in più della saga di Roberta Taylor, dal momento che il sistema di composizione del team e della riscossione dei premi ricorda un po’ Scythe.
Inoltre c’è chi, anziché lamentarsi, sta creando relazioni bidirezionali fra Scythe ed Expeditions (si veda questo thread sui Mech di Scythe in Expeditions)
Una distesa di tessere
Il costo di Expeditions non è trascurabile, però c’è tutto.
Dovete solo comprare le bustine per le carte, se volete.
C’è anche un preformato di plastica, un piccolo vassoio, che esce dalla scatola e tiene organizzate monetine e segnalini mappa.
E stiamo parlando della versione base. Come si dice da noi, “potevano fare 31” magari e proporre le Plance Mech in modalità dual layer, così da avere tracciati Potere e Astuzia più robusti, ma ok.
Si è discusso sull’ergonomia di Expeditions. Il tabellone di gioco composto dalle tessere Luogo esagonali non è poi così enorme, se comparato ad esempio allo stesso Scythe (si veda l’immagine precedente, presa qui).
C’è da dire che forse, anche in relazione alle dimensioni dei Mech, è molto più grande di quello che serviva (anche se comoda, per carità).
Diverso il discorso delle plance giocatore, le plance Mech. Dal momento che anche le “carte in mano” sono in realtà stese, ecco che la necessità di spazio aumenta e rende meno veritiera la comparazione fatta su BGG.
Uno dei migliori solitari degli ultimi tempi
In multigiocatore può risultare ingombrante, non solo come spazi. Concordiamo con BGG che 3 giocatori è il numero ideale.
Non per niente è lo stesso numero di Mech che troviamo in giro per Tunguska nella modalità con Automa. Ci teniamo a ribadirlo: va che è una bomba!
Non un sistema beat your score, che non è un difetto, ma spesso denota “pigrizia autoriale”.
Allo stesso tempo praticamente zero babysitting. Seguire passo passo procedure articolate è un aspetto davvero odioso degli Automi. Capita infatti a volte che quando chiudi la scatola ti rendi conto che hai giocato più per il bot che per te stesso.
Qui non capita ed ecco perché lo rigiocheremo.
10 Marzo 2024