Finspan: un mare tranquillo nella famiglia Wingspan

Quando leggemmo l’annuncio sulle community sembrava quasi uno scherzo. Se non ricordo male, anche il periodo dell’anno si prestava.
Wyrmspan, a sua volta titolo che per taluni sembrava forzato, era pure uscito di recente.
Ecco quindi che Finspan, un “A Wingspan game“, come scritto sulla scatola, espose il fianco alla goliardia delle rete.
Recentemente lo abbiamo giocati e vi raccontiamo in che mari abbiamo nuotato.

6 minuti
Per chi va di fretta
  • il terzo Wingspan Game
  • molto lineare
  • più parco nella componentistica, ma esige spazio

Non abbiamo una grande esperienza con i Wingspan game, avendo giocato proprio solo Wingspan (sebbene nella versione big box).
Finspan è stato anche l’occasione per metterci, in qualche modo, in pari.
L’inciso era per anticiparvi che nell’articolo troverete rari confronti con i giochi della stessa famiglia.
Ora non resta che tuffarci.

Finspan

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Autori

David Gordon
Michael O’Connell

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Editore

Stonemaier Games

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Giocatori

1-5

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Età 

10+

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Durata

45-60

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Costo

50€

Una versione quasi monastica…

Finspan ha una componentistica molto più semplice rispetto a quella dei suoi predecessori. Nessun uovo in legno e nessuna torre lancia dadi.
Troviamo un unico vassoio con coperchio, in tipico stile Stonemaier, che permette di raccogliere carte e pedine.
Attenzione, non stiamo dicendo che la componentistica sia povera. E’ difatti funzionale, ma minimalista.
Tenete conto che il gioco non prevede l’uso di risorse vere e proprie, sebbene non mancheranno, come da tradizione, le uova.

vassoio di Finspan
Un unico trail: Le carte staranno comode anche con le loro bustine

…ma espansa

Non credete che l’assenza di ammennicoli vi faccia risparmiare spazio sul tavolo. Finspan è tremendamente voluminoso.
E’ pensato per 5 giocatori, ognuno dei quali con una plancia che, piegata, riempie quasi tutto il fondo della scatola.
Non potrete giocare uno di fronte all’altro, ma per forza di cosa dovrete essere sfalsati.
La plancia infatti ha un inusuale formato “verticale”. Finspan è in estrema sintesi un tableau building ma questa volta la griglia è verticale. Ospita infatti fino a 18 carte in una matrice 3×6.
Insomma, qualche complicazione, la comporta, ma si presta, come vedremo tra poco, a la storia che vuole raccontare.

Pochi materiali ma davvero ingombranti: la plancia giocatore è lunga 53cm

Tuffo negli habitat

La plancia del giocatore rappresenta uno spaccato di costa, probabilmente di barriera corallina, ma non è detto.
Sulla colonna di sinistra abbiamo infatti la scogliera, su quella opposta il mare aperto.
Scendendo per le righe abbiamo invece diversi livelli di profondità.
Una delle poche cose che mi è rimasta dalle lezioni di biologia al liceo è questa curiosità: le alghe si dividono in verdi, rosse e brune in base alla profondità a cui vivono. La loro pigmentazione si è adattata proprio alla quantità di luce che riesce a penetrare nell’acqua a diverse profondità.
In fondo quello che si presenta davanti ai giocatori sono differenti habitat per differenti tipologie di pesci.

Un mare di carte

Finspan ha quasi 150 carte, tutte che rappresentano pesci. Ogni pesce ha un suo punteggio intrinseco e un costo per essere giocato dalla mano del giocatore.
Il costo può includere lo scartare carte o sacrificare uova, ad esempio.
Il pesce poi dovrà essere collocato rispettando le sue regole di piazzamento, ovvero habitat in cui vive, in termini di profondità e distanza dalla costa.
Può dare anche bonus istantanei, come pescare carte.

Ogni pesce ha i suoi requisiti di posizionamento che devono essere soddisfatti

Le due regole del mare

Ogni pesce ha anche una dimensione. Ricordate la legge “pesce grande mangia pesce piccolo”? Ecco, un pesce può essere giocato sopra un altro se di dimensioni maggiori. A volte sarà proprio un requisito per il posizionamento.
La seconda regola riepiloga il ciclo di vita dei pesci.
In diversi modi avremo l’opportunità di posizionare uova sui pesci già in plancia.
Altre azioni permetteranno di farle schiudere. Bisogna quindi voltare il token per mostrare il pesciolino.
Vi è infine la possibilità di muovere questi pescetti per radunarli in branchi: si sostituiscono 3 token pesciolino per metterne uno branco.

Molto comodo il player aid che ricorda anche l’anatomia della carta

Gioca un pesce o tuffati: la dura vita del sub

Una partita di Finspan è giocata in 4 round. In ogni round ciascun giocatore avrà 6 turni a disposizione.
Nel proprio turno si può:

  • Giocare un pesce dalla mano
  • Inviare un Subacqueo a fare un’immersione

In effetti i giocatori hanno a disposizione in ogni round 6 Subacquei. Non sono dei lavoratori, ma servono solamente a contare i turni.
Giocare la carta è abbastanza semplice e segue le regole viste in precedenza quando si parlava dell’anatomia della carta.

Sei Subacquei per 6 turni a round

Se si opta per un ‘immersione, bisogna scegliere una delle tre colonne.
Il Subacqueo attiverà tutti i pesci che incontra, e che hanno un’abilità attivabile in questo senso, fino a raggiungere l’ultima riga, cioè il fondale.
Alla fine di ogni round, come in Wingspan, si fa un scoring secondo un criterio.
A fine partita un calcolo del punteggio addizionale premia invece chi ha giocato, in buona sostanza, pesci più grandi,

Alcuni concetti di base: da uovo a pesciolino, da pesciolino a branco

Un gioco lineare, come nuotare in acque calme

Finspan è estremamente lineare. I due principi che muovono il gioco sono intuitivi e aiutano a digerire la logica di gioco.
Se si sceglie il setup per “prime partite”, anche lo scoring di fine round aiuta il giocatore principiante a costruirsi il proprio motore.
Al primo round premierà pesci e uova e solo al terzo il numero di branchi che il giocatore ha costituito.
Seguendo queste linee guida il giocatore si ritrova un tableau che gira.

Il set base di achievements ti guida passo passo.
Più avanti userete obiettivi casuali, che danno anche più varietà a Finspan

Un tuffo nei fatti propri

Finspan è un solitario di gruppo a tutti gli effetti.
La mano di carte sarebbe pubblica, nel senso che le proprie carte dovrebbero giacere scoperte sul tavolo.
E’ un po’ una complicazione inutile: già le plance sono tappetti, tocca trovare altro spazio per le carte.
Ed è improbabile che si pensi ad azioni studiando le posizioni avversarie, ma che ci si concentri sola sulla propria plancia.
Alcune carte, magari come conseguenza di attivazione di un Subacqueo, hanno effetti che valgono “per tutti i giocatori”. Non ci si può tuttavia contare e non forniscono una vera interazione.
E’ un gioco del resto anche più tattico che strategico, dal momento che le carte vengono pescate al buio e la cosa più probabile che cerchiate di fare la cosa migliore in quell’esatto turno.

Link utili

In conclusione

Finspan è il Wingspan game che nessuno si aspettava. Come dicevamo, non abbiamo grande esperienza nella serie, ma ci sembra quello più semplice e lineare.
Ha anche materiali meno copiosi e ricercati, rispetto ai suoi cugini, potendo quasi definirlo un solo gioco di carte.
C’è comunque la possibilità di pimparlo (vi lasciamo il link a Weega).
La community, sebbene di poco, concorda che Finspan è dei tre il gioco più semplice.

Quando il tavolo non basta mai

Tirate fuori 5 plance giocatore, tocca barcamenarsi un attimo per far quadrare gli spazi.
Con un tavolo rettangolare, l’assetto migliore è tre da un lato e due dall’altro, sfalsati. Fa un po’ effetto tombola.
Ok, il tabellone preserva l’effetto fondale marino, ma che fatica!

Un’affollata partita a La Pila degli Scarti

Un esperienza rilassante

La “zero interazione” è alcune vista come un difetto.
In realtà è una caratteristica, utile soprattutto in un gruppo di giocatori permalosi. Ma non necessariamente è proponibile solo a questa categoria.
Finspan può essere anche adatto per una serata uggiosa o una un po’ più chill.
Il lato avanzato degli obiettivi di fine turno vuole coinvolgere i gamer, ma Finspan rimane comunque un gioco accessibile a tutti.

E’ anche prevista una modalità in solitario. Anche questa volta Stonemaier si è affidato a Automa Factory

Ce n’era bisogno?

Dopo la prima originale versione ornitologa, e dopo lo sconfinamento fantasy ammiccante a “Il trono di spade”, c’era bisogno di questa versione ittica?
E io che ne so.
E’ la stessa osservazione che si potrebbe muovere ad Azul, Cascadia o anche sua maestà Terraforming Mars.
Se amate i Wingpsan Game amerete anche questo, altrimenti non sarà Finspan a farvi cambiare idea.
Se però, a prescindere, vi sembra una minestra riscaldata, mi auguro che non siate anche fra quelli che si lamentavano che Expedition era troppo differente da Scythe.


Finspan Upgrade Pack

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