Vi confessiamo un terribile segreto: non abbiamo mai giocato a Secret Hitler.
Ci manca proprio questo pezzo della nostra formazione ludica. Sara non ama né il genere storico né la meccanica dei ruoli nascosti.
Abbiamo giocato The Resistance, alla nascita di Volpe Giocosa, che faceva parte di una sorta di “starter pack” del blogger perfetto.
23 Pugnalate viaggia su questa lunghezza d’onda e sebbene Sara non gli abbia dato una possibilità, per le ragioni di cui sopra, vi racconto io in cosa mi ha convinto e cosa no.
23 Pugnalate è una delle novità che Studio Supernova ha presentato a Play 2025.
A loro stand abbiamo visto sempre gruppi nutriti intorno ai 2 tavoli che lo proponeva. C’è da dire che è un gioco di per sè “affolato”, visto che è pensato per 3-8 giocatori.
I giochi di questo tipo sono piuttosto particolari. Un po’ come i giochi di destrezza entrano un po’ più nel personale, che non austeri german o caciaroni american (per usare una categorizzazione semplice, ma probabilmente superata).
Scendiamo nel dettaglio a vedere perché.
23 Pugnalate


Autori
Tyler J. Brown

Editore
Studio Supernova

Giocatori
3-8

Età
14+

Durata
30-60′

Costo
35€ circa
La vicenda narrata
E’ il 15 marzo dell 44 AC. Cesare si reca in Senato. Il giorno dopo dovrebbe partire per una campagna militare.
Ma Giulio Cesare non sopravviverà alle idi di marzo, ma cadrà vittima dei colpi congiurati. Svetonio riporta che le pugnalate furono 23 e che fra i congiurati ci fosse pure Bruto, figlio di Cesare.
Il proposito dei cospiratori era evitare che la repubblica romana virasse verso una monarchia, la più invisa forma di governo all’epoca. Sono quindi questi i Liberatori della Repubblica, mentre coloro che, storicamente, non salvarono Cesare sono i Lealisti.
Ma la politica di allora non è che fosse migliore di quella odierna.
Le ragioni dietro il Cesaricidio, o l’appartennza a questa o quella fazione, sono ovviamente più legate a logiche di opportunità che di etica.
Ed ecco che in 23 Pugnalate troviamo gli Opportunisti, coloro che vogliono semplicemente essere coloro che tirano i fili.

Componentistica inusuale
Per la questione delle “dimensioni appropriate” ci rivediamo alle conclusioni. Qui sottolineiamo che questo formato, a libro che si chiude con una calamita, sta prendendo piede.
Molto carino ed elegante, che abbiamo visto anche in Don Quixote e Port Arthur.
23 Pugnalate punta sulla ricercatezza dei componenti. Il conta turni, ad esempio, è un dato da un pugnale che si arrampica su una scala che porta alla Curia.
Nella Curia, tra le altre cose, troviamo il posto per posizionare le carte Fato, che andiamo a spiegare cosa sono a breve
Tutta Roma in… un disco
Se il contaturni è particolare, non lo è da meno la plancia rotonda pieghevole.
Riporta tutti i luoghi più emblematici della Roma Antica, come le Terme o il Tempio. Nella meccanica di 23 Pugnalate sono spazi azione.

La mutabilità delle politica: le carte Fazione
L’appartenenza a una delle 3 fazioni presenti non è detto sia la stessa dall’inizio alla fine.
Viene determinata costantemente dal bilancio dei simboli alloro e sangue che si hanno. Un primo simbolo è sulla propria carta Personaggio, che riporta anche la sua abilità propria.
Il resto dei simboli sta proprio nelle carte Fazioni che stanno davanti al giocatore.
Azioni sul tabellone permettono di scartarle, rivelarle o assegnarle a se stessi o ad altri giocatori.
Starà proprio ai giocatori dedurre l’appartanenza degli avversari alle fazioni.

Il Fato e come si vince
L’azione Foro sulla plancia, ma anche altri effetti, faranno accumulare carte Fato nella Curia.
Sebbene questo mazzetto sia composto da tutte carte coperte, alcune sono state rivelate prima di essere aggiunte. Un elemento che alimenta la meccanica di deduzione vista in precedenza.
Una partita a 23 Pugnalate non è a turni fissi, ma si triggera quando il pugnale arriva alla Curia.
A fine partita ogni giocatore svela, o calcola se preferite, la sua fazione di appartenenza.
Si fa poi un bilancio fra colombe e pugnali delle carte Fato in Curia. Se il bilancio è di 23 o più pugnali, hanno vinto i Liberatori, altrimenti i Lealisti.

La scelta opportunistica
Nel mezzo si mettono gli Opportunisti: potranno giocare le carte che hanno in mano per ribaltare il risultato, a prescindere da quello che esce dal bilancio delle carte Fato.
In quel caso hanno vinto loro, collettivamente.
E’ l’unica circostanza in cui può vincere “una squadra”. Negli altri casi, determinata la fazione vincitrice, si vede chi è il leader (più chiaro in seguito).

Come si gioca
Più o meno si sarà intuito dalla righe precedenti.
Un giocatore nel suo turno sceglie uno luogo diverso da quello in cui si trova e porta a termine le azioni descritte.
Pescherà quindi carte, oppure giocherà carte Fazione coperte davanti ai giocatori o farà in modo di fare arrivare Colombe o Pugnali alla Curia, mediante il Foro e le carte Fato.
Sempre attraverso il Foro, è possibile un’azione twist che permette di esiliare un Personaggio.
Nessuna player elimination: semplicemente quel giocatore sarà “formattato”, come se riiniziasse a giocare in quel momento.
Per farlo non basta attivare un’azione, ma si farà una votazione (tramite una Moneta) per approvare o respingere la proposta.

Alcune coperte, altre no.
Bisogna tenere a mente chi ha fatto cosa, chi ha deciso di celare un informazione e chi di palesarla.
Solo così si dedurrà come sono formate le fazioni
Perché dovrei esiliare un personaggio?
Questa osservazione è solo un approfondimento per spiegare come 23 Pugnalate scenda un pochino più in profondità rispetto ai giochi del suo genere.
La risposta più semplice è: “esilio un personaggio che credo appartenere ad una fazione avversaria“.
E’ intuitiva, ma forse non è una strategia così efficace. A differenza di Avalon avete la possibilità di influenzare un giocatore con le carte per fargli cambiare di fazione.
Solo pochi sono veri alleati
Tuttavia, potreste avere ragione nel caso il giocatore fosse un Opportunista e voi no: “cancellarlo” può essere utile.
Fate attenzione invece ad un aspetto: eccetto per gli Opportunisti, la vittoria non è condivisa, ma solo di un singolo il giocatore. E quel giocatore è quello con più allori (per i Lealisti) o più sangue (per i Liberatori).
Non pensate, anche a costo di avere un socio in meno, sia vantaggioso eliminare il “capo” della vostra fazione?

Un po’ di Lupus In tabula
In realtà è una meccanica presente in diversi giochi di questo genere. E’ quella di “apri gli occhi e chiudi gli occhi“
In 23 Pugnalate uno dei giocatori a turno, oltre al proprio personaggio, farà il Tribuno.
Al termine del suo turno pescherà due carte Votazione e le leggerà.
Sono paragonabili a due proposte di legge e i giocatori, mediante una votazione con la Moneta, dovranno decidere quale delle due approvare.
La meccanica “apri gli occhi e chiudi gli occhi” è a volte riportata in una di queste carte e permette, per così dire, agli appartenenti della stessa fazione di incontrarsi.

Un po’ di approfondimento
Nonostante la semplicità di 23 Pugnalate, ci sono degli aspetti interessanti da approfondire o delle domande che ci siamo fatti che vorremmo condividere
A che gioco stiamo giocando?
BGG classifica 23 Pugnalate come un party game. E’ una categoria che generalmente associamo a un gioco di bassa difficoltà che incoraggia l’interazione sociale, per un alto numero di giocatori e durate brevi.
Questo titolo sposa quasi tutte le sue caratteristiche, sebbene non è poi così semplice. E’ anche per questo che la durata non è così breve (90 minuti almeno una prima partita in 4, diversamente da quanto dica la scatola) contro l’oretta scarsa di Secret Hitler.
Ma la definizione “tradizionale” di party game è stata già completamente scardinata da Stationfall definito anche come “The Party Game for Heavy Gamers“.

Un nostro piccolo studio statistico
Due parole con l’autore
La domanda è emersa fin dalla prima partita. Affinché i Liberatori vincano, il bilancio pugnali meno colombe deve essere maggiore di 23, fattore che dà la percezione che sia un obiettivo davvero tosto.
Probabilità alla mano, e se ce lo chiedete vi rispondiamo come le abbiamo calcolate, sembra che uccidere Cesare, facendo attenzione, non sia così impossibile.
Tuttavia il nostro è un metodo approssimato e “freddo”, laddove l’autore conviene con noi che 23 Pugnalate è un gioco più di cuore che di testa.

Risultati dal playtest
Ad ogni modo l’ultimo giro di playtest riportava più o meno chance di vincere equiparabili fra le fazioni, con un leggero svantaggio per gli Opportunisti.
La statistica, sempre secondo l’opinione dell’autore (che condividiamo) è affetta dal bias della prima partita. Fra giocatori inesperti l’opportunista tenderà ad accumulare carte Fato in mano per il ribaltamento finale, rendendolo più facilmente riconoscibile e magari esiliabile.
In conclusione
23 Pugnalate è un party game solo se nello stesso calderone ci si mette anche Stationfall. Ok, sta diverse spanne sotto come complessità (2.25 vs 3.92), ma non è nemmeno un giochino da 10 partite a sera.
E deve essere una sera che avete il gruppo giusto.
Il gruppo giusto…
Ovvero come il gruppo fa il gioco e non viceversa. I giochi di deduzione, bluff a ruoli nascosti hanno un dedicato segmento di appassionati, molto ristretto.
Sembra una premessa per mettere le mani avanti o per nascondere un qualche difetto di 23 Pugnalate.
La realtà è che più che in altre circostanze se questa non è la vostra tipologia di gioco, è inutile insistere.
A maggior ragione, visto che la durata di una partita è anche più lunga di uno dei titoli di questa categoria.
Invece per apprezzare 23 Pugnalate serve un gruppo motivato. Basta che uno sia trascinato, e giochi in maniera svogliata, per mandare all’aria tutto il processo deduttivo che vi ha tenuto al tavolo per 2 ore.
E anche avete costruito anche in maniera faticosa, aggiungeremmo.

…ma anche il numero di giocatori conta
In 3 giocatori è necessario applicare una variante, diventando quindi 4 il numero minimo reale di giocatori. Già così è piacevole.
La meccanica del Tribuno interviene ogni giro tavolo e in 4 giocatori potrebbe spezzare troppo il ritmo.
Considerando poi che il Tribuno è il tie breaker delle votazioni, sia delle leggi che degli esili, un numero dispari di giocatori è preferibile (almeno di non tenere conto della regola degli spareggi nelle vostre strategie).
Ma non per forza un gioco serioso
In 7-8 diventa praticamente un altro gioco. L’aspetto deduttivo diventa praticamente ingestibile dal giocatore medio.
Forse troppe le carte sul tavolo e scelte degli altri giocatori da tenere conto. Il rischio è che diventi semplicemente una partita completamente casuale, al di là della buona volontà dei giocatori.
Oppure è anche solo l’occasione di bersi una birra in compagnia e va bene lo stesso.

Quando le misure contano
Si è parlato in rete di come Studio Supernova abbia localizzato 23 Pugnalate con una scatola differente dall’originale che, come dicevamo nella sezione dedicata, ci sembra davvero elegante. Così come la scala, la Curia è assemblata con pezzi di fustella.
Il problema è che la Curia va smontata di volta in volta, altrimenti non ci sta. E sappiamo tutti quanto sono fragili gli elementi in cartoncino (sebbene stia ancora reggendo).
E’ in effetti un piccolo “sbatti”.
Al di là della localizzazione, 23 Pugnalate ha un formato di carte un po’ particolare. Almeno considerano le marche di bustine che in Volpe Giocosa generalmente acquistiamo. Tant’è che non le abbiamo trovate: potrebbe essere questa una richiesta di aiuto.

Assegnarli carte Fazione contribuisce a determinare la fazione di quel giocatore bersaglio
Alcuni elementi di novità
23 Pugnalate è un gioco “ricercato”, sia per materiali che per regolamento.
Curiosando nel diario dell’autore, abbiamo capito che i nostri riferimenti a Lupus in Tabula e The Resistance sono corretti. La base, soprattutto nei prototipi, era la “deduzione sociale”.
Dopodiché l’autore ha cambiato passo. Probabilmente la parte deduttiva è diventata più caotica, perché le informazioni da gestire sono tante (vedi VUCA).

Un po’ di flavor text aiuta a immedesimarsi nelle vicende raccontate
Affiliazioni mutevoli: questa è la chiave
In Secret Hitler, come fa notare, se sei un nazista ad inizio partita lo sei fino alla fine (tralasciando l’ambientazione che per alcuni può risultare scomoda).
In 23 Pugnalate puoi provare a dedurre la direzione del vento e provare ad affiliarti alla fazione che pensi vincerà.
Ma in realtà non è nemmeno questo il punto.
La parte più strategica è quella di far cambiare fazioni agli altri assegnando loro carte Fazione. Ecco la manipolazione, ecco dove ci si diverte.
Bellissimo articolo. Molto interessante l’analisi statistica per le carte della Curia. Io ho comprato il gioco a scatola chiusa perché mi ispirava particolarmente, soprattutto per la meccanica del cambio di fazione. Purtroppo però ho notato che la versione italiana del gioco ha più di qualche problema. Non solo per il problema della scala che bisogna sempre smontare ma anche per la traduzione del regolamento. Ad esempio confonde le carte fato con quelle fazione quando spiega il ruolo degli opportunisti a fine partita. In più c’è una differenza abbastanza importante nella regola dell’esilio. Nella versione originale vengono scartate solo le carte fazione scoperte (oltre alla carta cittadino) e non anche quelle coperte quando un cittadino viene esiliato. Questo non è un dettaglio da poco.
Grazie mille per il tuo commento e per i complimenti, mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato l’analisi statistica delle carte della Curia!
Mi piacerebbe approfondirla e tenere conto di più fattori, ma ci vorrebbe più tempo.
Concordo sul fatto che il cambio di fazione sia una meccanica davvero affascinante, è anche ciò che mi ha incuriosito fin da subito.
Purtroppo sì, la versione italiana presenta alcune imprecisioni. Anche io ho notato l’errore nel regolamento sul ruolo degli opportunisti a fine partita, dove si confondono carte fato e carte fazione.
E’ un po’ fastidioso, ma è facilmente intuibile che si tratta di un errore tipografico.
Non ero invece al corrente della differenza sulla regola dell’esilio tra edizione originale e italiana.
Il fatto che vengano scartate solo le carte fazione scoperte (e non anche quelle coperte) cambia non poco l’impatto strategico.
Personalmente trovo interessante entrambe le letture: tu quale preferisci?
Quale ti sembra più coerente con l’equilibrio del gioco?
Non saprei ma forse mi affiderei alla scelta dell’autore, quella del regolamento originale. Lui stesso in uno scambio sul forum di BGG mi ha spiegato che è una scelta che è stata confermata durante il playtest, per dare maggiore importanza alla meccanica dello svelamento delle carte fazione degli avversari. Quello che però ho notato durante la mia partita è che di carte rivelate sul totale ce ne sono sempre poche, molto meno della metà.