Nuovo HeroQuest: cosa ci aspettavamo?

Saltiamo la recensione ad Hero Quest.
Tanto ormai, chi non lo conosceva perché si era perso la versione Anni 90, sicuro si è messo in pari con l’edizione 2022.
A dire il vero abbiamo il presentimento che i giocatori di HeroQuest siano gli stessi a distanza di decadi.
Se però così fosse, non si spiegano tante crocifissioni e commenti vari in rete.
Del resto tutto era chiaro già quando scrivemmo questo articolo.
E se non l’aveste capito oggi parliamo proprio di questo: cosa vi aspettavate di trovare all’interno della scatola di HeroQuest?
Sigla.

Tempo di lettura 9 minuti

Giusto l’altro ieri, perché alla fine Volpe Giocosa si muove in branco, stavamo da Feltrinelli.
Feltrinelli sono i Rifugi Oscuri. Da lì ti puoi imbarcare e attraversare l’oceano verso il mondo dei nuovi giochi.
Ci piace vedere chi è che all’interno di questa catena, dedicata per lo più alla carta stampata, si ferma nell’angolo dei giochi da tavolo.
Abbiamo così beccato dei ragazzi con in mano l’onnipresente copia di HeroQuest.

“Questo è un classico. È un giocone de ‘na volta”
“Sì ma stamo sicuro su una piotta…guarda le miniature…”

questo scambio di battute ci porta all’infanzia del Redattore.
Questo articolo non sarà un dossier dettagliato come quello che troverete su IoGioco, ma volevamo farvi avere il nostro punto di vista.
In “omaggio” qualche link a delle risorse online.

Per chi va di fretta
  • Si parla delle differenze fra il nuovo e vecchio HeroQuest
  • Diversi link dove provare il gioco online
  • Alcuni confronti con il dossier su IoGioco 26
  • È un gioco al passo con i tempi?
  • La nuova versione ha fatto giocare padri e figli?

 

Coperchio del ’89 di HeroQuest.
(credits: BGG)

Dal diario del Redattore

“In provincia non è che ci fossero molti svaghi negli Anni 90, soprattutto in un’età preadolescenziale.
Qualsiasi luogo di ritrovo, oratorio compreso, necessitava un mezzo per essere raggiunto.
Quando pioveva, ma anche quando faceva troppo caldo, ci trovavamo sotto i portici e negli androni dei condomini a giocare a giochi di società.
Per citare qualche titolo, Monopoli era chiaramente onnipresente, ma si giocava anche a Viaggio in Europa e Dragon – Misteri nell’Antica Pechino.
Probabilmente il preferito era Hotel e quasi tutti ne avevano una copia.
Risiko, al contrario, aveva bisogno di tempi più lunghi di quelli concessi fra un pasto e l’altro, includendo impegni vari come sport e compiti.
E poi c’era HeroQuest.
Accadeva che il qui scrivente fosse un po’ il più piccolo della compagnia.
Le rare volte che veniva giocato sulle mattonelle del portico, considerando avevamo solo una copia in tutto il quartiere, il vostro affezionatissimo non era fra i partecipanti all’avventura.
Abbastanza logorante dal momento che all’epoca si era già letto mezza produzione di Tolkien, in un’era ante-Jackson.
Per un po’ giocai alla versione per computer, tra l’altro fedele al gioco in scatola. Se chiudo gli occhi sento ancora la musichetta…
Alla fine a Natale mi fu regalata una copia, che effettivamente giocai poco, ma con cui costruì un sacco di dungeon e che mi instradò a DnD in scatola rossa”.

 

La versione “moderna”.
(credits: Hasbro)

La ristampa di Hasbro

Probabilmente il mondo è pieno di persone come il nostro Redattore.
La Hasbro lo sapeva e fotocopiò il gioco del ’89 sulla sua piattaforma di crowdfunding.
Per le ragioni di cui sopra non abbiamo una copia del XXI secolo, sperando che quella che dorme come la botte del Macallan in cantina non si sia rovinata.
Ci pare di capire che effettivamente il gioco sia lo stesso, tranne forse per le miniature e per qualche elemento politically correct (personaggi femminili non erano previsti nella misogina versione dell’89).

Un focus sulle differenze

Prima cosa: i mostri non sono gli stessi. Alcuni di loro, come i Guerrieri del Chaos, sono sotto diritto d’autore di Workshop.
Hasbro sostituisce queste creature con delle nuove e approfitta della nuova tecnologia di scultura per miniature più dettagliate e in materiale più durevole.
Sempre lato componentistica, trionfa la plastica sui materiali naturali: stop alla mobilia con elementi di cartone e ai dadi di legno, tutto sostituito con plastica.
Probabilmente è un particolare apprezzato da coloro che poi dipingono i vari personaggi.
Comunque, è anche l’occasione per rivedere l’intero artwork, in chiave più appariscente.
Il tabellone è più grande, buona cosa, con mobilia più piccola. Si crea più spazio sulla mappa, se la volete vedere così.
Lato giocabilità, non cambia assolutamente niente.
Basta fare il confronto paragrafo per paragrafo del regolamento (sotto i link utili), anche se l’impaginazione della versione 2021 è più ricca.
Buona idea l’applicazione gratuita, che permette una gestione automatica di Zargon, il “capo dei cattivi” in USA, dove da noi era Morcar.

Un video in inglese che esplode ogni confronto fra il vecchio e “nuovo” HeroQuest

Il meglio che si trovasse… all’epoca

HeroQuest non è “un giocone de ‘na volta“.
O meglio, negli Anni 90 era il miglior dungeon crawler, ma probabilmente anche gioco fantasy, che si potesse recuperare tramite la larga distribuzione (tipo la Standa, per intenderci).
All’epoca, soprattutto in provincia, il gioco di ruolo era qualcosa di impensabile ed HeroQuest era una porta su questo mondo.
Mobilia, personaggi e un foglio bianco alla fine del manuale permettevano al Morcar di turno di generare nuove missioni.

Schermo di Morcar dell’89.
(credits: BGG)

Non ha mai girato alla perfezione

Onestamente, non per fare la Cassandra, ma già all’epoca c’erano cose che tornavano poco.
I tesori pescati da un mazzo, senza un collegamento fra impegno a sconfiggere i mostri e ricompensa, e balestre con gittata infinita, erano elementi che facevano riflettere.
O ancora il lancio del dado, che non ti faceva avvicinare ad un nemico che ti avrebbe, nel suo turno, menato come una zampogna.
C’era poi la possibilità che il gruppo si sparpagliasse a causa di differenti esiti del dado (come fanno notare anche su IoGioco).
Anche i mostri sono sempre sembrati un po’ sfigatelli, avendo solo un punto ferita prima di fare una tragica fine.
Quindi, che un Descent, dal punto di vista oggettivo di meccaniche e quant’altro, sia oggi meglio di HeroQuest, dovrebbe essere pacifico.

Gameplay del videogioco del 1991.
Che dite della musica? PSICHEDELICA

Alcuni contenuti scaricabili e gioco online

Qui di seguito alcuni contenuti che possono esservi utili:

C’è poi questo link dove potete giocare la versione digitale di Hero Quest del 1991.
Non scendiamo nei dettagli tecnici, tanto non servono: funziona tutto su browser.
Non siamo riusciti a giocarlo su smartphone.
C’è anche questa versione, per diversi sistemi operativi, con motore Unity (per chi s’intende di videogiochi).
Viene offerta una reale grafica 3D e non solo assonometria isometrica come nel ’91.

Vi abbiamo già detto che è gratis?

 

Per l’occasione sono usciti anche nuovi videogiochi che ripropongono HeroQuest.

Non è invecchiato male: è sempre lui

Hasbro non ha detto avrebbe rivoluzionato HeroQuest, nonostante 30 anni di evoluzione del gioco da tavolo.
Probabilmente non ce n’era motivo.
Se si cerca un dungeon crawler in salsa fantasy..beh…si dovrebbe trovare facile fra le nuove uscite.
L’idea era quella che, a volte non con disprezzo altre solamente storcendo il naso, viene chiamata “operazione nostalgia“.
L’operazione nostalgia non punta quasi mai sul prodotto, ma sul riportare l’acquirente agli anni in cui il prodotto era in auge.
A parte i poco informati ragazzi di Feltrinelli, l’acquirente medio di HeroQuest nel 2022 è il cosiddetto “giovane adulto”.
Ne parlavamo con Lorenzo (a.k.a Board Game Physicist).
Per questo nel regolamento trovate la solita favoletta del Mentore e all’Hasbro si ta ancora imprecando per non aver potuto riprodurre il materiale sotto copyright di Workshop.
Ci piace pensare, e ne abbiamo anche riscontro, che molti sono genitori che vogliono riprovare con i figli le sensazioni che provarono loro 30 anni fa.
Perfetto. Anzi, questo aspetto “familiare” del gioco ci fa commuovere e sperare nell’umanità.

 

I mazzetti delle carte con le magie elementari dell’89.
(credit: BGG, utente Bruno Boisio)

Da bambino pensavo che McDonald fosse il miglior ristorante sulla Terra.
Oggi non mangerei da McDonald, ma non guardo dall’alto in basso chi ci mangia

-Tom Vasel

Questo è quanto riporta Tom Vasel in un video dove spiega perché odia Monopoly (riportato nell’articolo dove ci chiedevamo il perché di tanto astio verso questo gioco).
Probabilmente la stessa frase la si potrebbe attribuire ad HeroQuest.
Tuttavia, se domani esce la ristampa del classico Monopoly, è difficile lamentarsi del contenuto una volta acquistato. È il buon e vecchio Monopoly.

Dopo la prima bozza di quest’articolo abbiamo letto il dossier su IoGioco N 26: siamo d’accordo con molte conclusioni e osservazioni

Un gioco per la grande distribuzione

Vi consigliamo, sempre senza secondi fini, l’intervista all’autore, Stephen Baker, su IoGioco.
Lo scopo di Baker era riuscire a sdoganare il mondo Workshop alle famiglie, con un pitch al proprio capo che non lo spaventasse troppo circa la complessità del gioco.
Ecco perché troviamo un rassicurante tabellone fisso, dove è la mobilia a cambiare. Cosa di più simile a Monopoly?
Mentre oggi, sempre citando il campione d’incassi Descent, le mappe modulari vanno per la maggiore.
Quelli che chiamiamo bug, come l’antiquato lancio del dado per muovere le pedine, sono forse scelte dovute, visto il segmento di mercato dell’epoca?
HeroQuest era infatti pensato per pre-adolescenti in un’ottica familiare.
Tra l’altro si proponeva in modalità competitiva e non cooperativa, che rende più complesso portare a termine le missioni.
Tant’è che a differenza di DnD Scatola Rossa, non viene promossa la spartizione dei tesori a fine missione.

Il camino non era così particolareggiato nella vecchia versione.
(credits: Hasbro)

Come sembrare intenditori

Mandare indietro una bottiglia o un piatto al ristorante darà l’impressione che siamo degli esperti di cucina.
In qualche modo significa che riusciamo a non farci propinare ciò che altri stolti mangiano.
Ora, accade che a molti HeroQuest piaccia comunque, nonostante le nuove possibilità offerte dal mercato, e accade che altri non ne siano più divertiti.
Comprensibili entrambe le posizioni.
Poi ci sono quelli a cui non piace HeroQuest perché amano mandare indietro il piatto.
Meno comprensibile e oltremodo snob.
Come dicono a La Congrega del Dado Incantato: “Giocate così come siete”.

Un fan di Volpe Giocosa ha fatto un egregio lavoro con le nuove miniature

In conclusione

Non è che Hasbro si sia ammazzata di lavoro. Ha fatto una fotocopia del gioco dell’89 e ce l’ha riproposta sul suo sito di crowdfunding, Pulse.
È chiaramente, per la cura di dettagli e quindi per il costo finale, una versione per nostalgici o appassionati.
Anche noi, come Calimera, il redattore di IoGioco, avremmo preferito un HeroQuest per la grande distribuzione, da vedere accanto a Cluedo nei supermercati.
Poteva invece Hasbro fare delle modifiche al gioco dell’89? Mmm… avete visto Amici Miei – Come tutto ebbe inizio?

Low profile in un mercato volubile

Ok, possiamo tacciare Hasbro di non avere avuto coraggio, come invece hanno avuto altre società (vedi sotto).
Se fossimo “chi decide” in Hasbro, azienda da 5 miliardi di revenue annui, non rischieremmo e andremmo low profile.
Un’azienda vecchio stampo cerca di fare anche solo piccoli guadagni, ma evitando il rischio di grandi perdite.
Eviteremmo di fare i fenomeni e punteremmo alla gratifica annuale.
“La gente rivuole HeroQuest? E le ridò HeroQuest!”
Scelta che ha ripagato. Nel vero senso della parola: 4 milioni di dollari, pagati in anticipo, senza contare la versione retail.
Scelta, del resto, che Hasbro fa in molti campi, come quello di stampare Monopoly con qualsivoglia “ambientazione”.
Che poi In HeroQuest alcune differenze, forse a minimo sforzo, ci sono state.

Frozen Horror: l’espansione inedita che arriverà a Settembre

Tuttavia c’è anche voglia di andare avanti

Hasbro ci ha riproposto quanto era già stato pubblicato, con tutte le modifiche dovute o scelte.
Così abbiamo creato quella piattaforma che ha fatto da collante fra due generazioni.
Ora si va avanti con le espansioni, viste anche le copie del gioco base che sono entrate nelle case.
Frozen Horror sarà la prima espansione inedita: disponibile dopo l’estate.

L’applicazione può sostituire Morcar, ma nulla vieta di usare il vecchio sistema.
(credits: Play Store)

L’applicazione

Ok, buona idea l’applicazione, utile ma non indispensabile.
Non l’abbiamo provata e non sappiamo dirvi quanto impegni starle dietro.
Non sappiamo se sia più intelligente del videogioco del 1991, citato e linkato poc’anzi, e che comunque non era malvagio.

C’è anche chi ammoderna i giochi del passato

Poi, per carità, ci sono anche altre esperienze, come quella di Restoration Games.
La loro è proprio una mission: restaurare glorie del passato rivedendo le meccaniche alla luce dell’evoluzione del gioco da tavolo.
Questo è quanto è accaduto con l’Isola di Fuoco.
Il gigantesco gioco Anni 80, col plastico che tutti sognavano, è stato aggiornato.
Ma ci sarà un altro articolo per parlarne.

Qui di seguito vi proponiamo una lista di giochi qui citati o inerenti questo articolo.
Acquistandoli dal nostro partner Get Your Fun attraverso questi link non ti costa nulla, anzi, e aiuterai a sostenere Volpe Giocosa:

27 Luglio 2022

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