C’era un periodo che il vostro affezionatissimo guardava CSI Las Vegas.
Spesso si faceva riferimenti alla vecchia Sin City, con cadaveri stagionati e vecchie faide che uscivano fuori dopo anni.
Insomma, l’ambientazione proposta in diversi gangster movie, come Casinò.
Questa volta Chiacchiera e Sorrentino ci portano proprio nella Las Vegas Anni 50 con il loro La morte bara a carte.
Tempo di lettura 5 minuti
Come sempre vi forniremo una panoramica generale senza spoilerare niente.
Le poche informazioni che diamo sulla trama sono reperibili, ad esempio, sul sito di dV Giochi o nella scheda su Get Your Fun.
Vi forniremo anche feedback dalla nostra esperienza, come sempre alle conclusioni.
Decktective – La morte bara a carte
di Chiacchiera e Sorrentino
dV Giochi
Da 1 a 6 giocatori. Età 12+
Durata: circa un’ora
Costo: lo trovate su Get Your Fun
L’usuale sistema a 60 carte che funziona sempre
Ormai dovreste conoscere sicuramente il sistema Decktective.
È un approccio davvero originale perché con sole 60 carte di formato extra-large riescono a imbastire un crimine.
Ok, Chiacchiera e Sorrentino non sono i soli. Abbiamo infatti visto poco tempo fa una valida alternativa, Pocket Detective.
L’effetto wow della serie Decktective, e che quindi ritroviamo e La morte bara a carte, è la scena del crimine 3D.
Molto semplice: mettete il fondo della scatola dentro il coperchio e i pochi millimetri che avanzano sui bordi fanno da stand per 4 carte, una per lato.
La quinta carta, invece, va proprio sul fondo.
Ecco fatto che la scena del crimine è pronta, con visuale sia dall’interno che dall’esterno, del box che si è creato con le carte.
Ci sono poi le clip che servono per rispondere alle domande finali: da un lato le domande a risposta multipla da “clippare”.
Voltata la carta si vede se con la clip si è segnata la risposta esatta.
Un sistema di gioco anti-giocatore alpha
La morte bara a carte, come tutti i Decktective visti finora e la quasi totalità dei giochi investigativi, sono cooperativi.
A cooperazione fa spesso eco giocatore alpha (o giocatore dominante).
Significa che si rischia che al tavolo si autoelegga, anche involontariamente, un “so tutto io” che alla fine non lascia spazio agli altri.
In questa serie di dV Giochi non può accadere.
Ogni giocatore, infatti, ha delle carte in mano di cui non può svelare il contenuto ai suoi compagni se non quando le gioca.
Il fatto che ci siano delle “informazioni private” è un ottimo escamotage per coinvolgere tutti: con noi ha sempre funzionato, anche in presenza di personalità forti.
La meccanica è infatti sempre la stessa: nel proprio turno si può giocare una carta o scartarla coperta, perdendo così le informazioni che riporta.
Per giocarla, e quindi condividere l’indizio che riporta, bisogna che gli scarti contengano almeno un numero di carte pari al valore della carta che si vuole giocare.
Questa logica fa sì che il giocatore debba implementare una sorta di triage (o prova in basket, direbbero le Risorse Umane), selezionando quelle che pensa essere le informazioni più attinenti.
La trama de La morte bara a carte
Già anticipata sia nel podcast introduttivo che nell’anteprima, siamo a Las Vegas Anni 50.
Un tavolo da blackjack e quattro cadaveri: tre capi della mafia locale e… il sindaco della città.
Questo è l’elemento che scombina le carte, è il caso di dirlo.
I giocatori dovranno anche ingaggiare una corsa contro il tempo, senza timer ma dettata dallo scorrere delle carte, prima che il caso finisca in mano ai federali.
Non è uno spoiler dire che, sicuramente, la prima cosa da capire è come mai il sindaco sia finito a quel tavolo.
Come in ogni caso di Decktective le domande non sono note all’inizio, ma dovrete farvi voi un quadro generale della storia.
In conclusione
La morte bara a carte è in ordine cronologico l’ultimo capitolo della collana Decktective.
Stesso materiale e stessa meccanica.
Del resto questi autori non fanno leva sui materiali: sia con Decktective che Deckscape, ci hanno abituato a sorprenderci con la trama delle storie o con “trovate” all’interno del gioco.
Sicuramente, come detto più volte, in Decktective l’elemento wow è la scena del crimine 3D.
Senza spoiler possiamo dire che viene sfruttata un po’ meno rispetto ad altre circostanze, in quando più statica.
Rimane comunque il perno centrale per la raccolta delle informazioni per risolvere il caso.
Una trama avvincente, con un passo tortuoso
La trama dietro all’omicidio è verosimile. La verosimiglianza aiuta gli investigatori a muoversi sulla scena del crimine e, con carta e penna, a schematizzare la vicenda.
Ogni tanto si esclama un “Ahhhh“.
È una buona cosa, perché significa che gli autori hanno sorpreso i giocatori e che i giocatori stessi riconoscono che c’è una connessione logica in quello che fanno.
Come spesso accade gli autori mettono coup de théâtre nel gioco per dare uno scossone alla partita.
Questa volta era un po’ tortuoso arrivarci, con elementi che si incastravano a volerlo.
A chi potrebbe piacere
Praticamente chiunque ami gli investigativi, come tutte le scatole della serie.
La location dei fatti, da gangster movie, potrebbe anche attrarre chi ama questo genere.
Noi l’abbiamo giocata in 3. C’è da dire che non abbiamo mai giocato in 6, ad esempio, ma crediamo che 3-4 persone sia il numero migliore per questa esperienza.
Se poi ci chiedete come è andata, beh…grosso modo avevamo capito cosa c’era sotto e più meno come sono morti.
Il colpo di scena l’abbiamo mancato. Forse per questo abbiamo fatto il commento precedente…
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5 Agosto 2022