Twilight Struggle – Red Sea: una lezione a Civitonix

Un’opportunità che danno gli eventi ludici è quella di provare giochi che avremmo difficilmente occasioni di intavolare.
Non tanto perché difficilmente reperibili, ma proprio per trovare qualcuno che condivida la stessa passione. Questo è vero in particolare per i giochi di nicchia come ad esempio i titoli GMT. Ecco, a Civitonix abbiamo potuto provare Twilight Struggle Red Sea.

Tempo di lettura 5 minuti

Diversi giochi, anche già piuttosto “leggeri” nella versione base, hanno visto nascere scatole più piccole con tabelloni ridotti.
È il caso di Pandemic, ad esempio, ma anche di Ticket to Ride. Di quest’ultimo tra l’altro è uscito uno sneak peak dove si propone la sua versione legacy.
Tornando a noi la stessa sorte è toccata a Twilight Struggle, dove l’autore ci propone una versione più compatta, e non è la sola.
In quel di Civitanova Castellana il Manuel “Doc” Chiofi, nel team di dimostratori di GdT Roma Players, ci ha spiegato con la sua consueta perizia questo recente titolo di GMT.

Per chi va di fretta
  • Il grande Twilight Struggle in versione condensata
  • Siamo nel Corno d’Africa negli Anni ’70
  • Un conflitto fra Etiopia e Somalia diventa un teatro di confronto fra due visioni del mondo
  • E’ prevista una versione in solo
  • Gioco in inglese con tanto teso, ma il regolamento in italiano di GMT spiega tutto

Twilight Struggle: Red Sea – Conflict in the Horn of Africa
di Jason Matthews
GMT

Per 1-2 giocatori. Età 12+

Durata: 35 minuti
Costo: 40$ circa


L’articolo che scriviamo è una prima impressione. Se fosse stata una partita a Scacchi sarebbe stata un blitz.
Il vostro Affezionatissimo le ha prese sonore e Doc ha risolto la pratica in poche battute.
A nostra discolpa c’è da dire che accade spesso che il niubbo di turno, alla sua prima partita a Twilight Struggle, triggeri a suo sfavore le condizioni di fine partita.
Si aggiunga qui l’essersi affidati troppo al caso.

Il contesto storico

Twilight Struggle Red Sea si colloca geograficamente nel Corno d’Africa. A differenza del suo fratello maggiore ci sono solo due regioni: l‘Africa e l’Asia, in particolare la penisola araba.
Ve n’è una terza (vedi sotto), ma al momento va bene così.
Ci sono poi due Stati speciali: l’Etiopia e la Somalia.
Storicamente infatti il gioco non abbraccia tutta la Guerra Fredda, ma si concentra nel periodo attorno alla guerra dell’Ogaden, che vide per l’appunto i due Stati Africani contrapposti negli Anni 70.
Come in altre occasioni, un confronto regionale divenne un terreno di confronto fra Unione Sovietica, che con Cuba supportava gli etiopi, e USA, spalleggiata dalla Cina, schierata a fianco della Somalia.
Tenete conto che lo Yemen del Sud, dove atterrò Fidel Castro per supervisionare il conflitto, fece la sua parte e giustifica così la presenza della penisola araba nel gioco.

Il vostro Affezionatissimo a lezione da “The Doc”

La modellizzazione nel gioco

Il gioco non parte quindi dalla Early Phase della Guerra Fredda, ma è strizzato in soli due turni, ovvero le epoche più recenti.
Allo stesso modo anche il tracciato dello Corsa allo Spazio non parte dall’epopea Sputnik, ma ha obiettivi più recenti e più vicini alla nostra epoca.
Il tabellone, come per altri giochi già citati nell’introduzione, è ridotto, ma offre un’ergonomia eccellente.
Con la mappa posta “di traverso”, il lato corto del tabellone mette a disposizione per ogni giocatore un Player Aid scritto nella propria direzione di lettura.

Se del resto conoscete già Twilight Struggle, a parte lo “zippamento” in due round e quanto visto, le regole generali confermano l’ossatura del gioco.
Ancora un tracciato DEFCON che scoraggia atteggiamenti eccessivamente aggressivi e il punteggio militare.
Ancora possibili i colpi di Stato e i tiri di riallineamento.
Perfino la Carta Cina, qui Autonomia Romena, è stata confermata. A prima vista sembra una forzatura, ma la Romania, nonostante facente parte del blocco sovietico, mantenne buone relazioni con la Somalia.

Tabellone contenuto ed ergonomico (credits: BGG)

Le sue particolarità

Probabilmente l’obiettivo principale è stato quello di trasformare Twilight Struggle in un gioco “normale”, che non richieda una giornata per decidere le sorti della Guerra Fredda.
Twilight Struggle Red Sea sta nei 45 minuti, o nei 15 se siete scarsi come noi e non avete afferrato le nuove meccaniche e, anche, come sia difficile penetrare in Africa.
Per evitarvi anche a voi pessime prestazioni tratteggiamo al carboncino quelle che sono le 2 sostanziali novità di Twilight Red Sea, invitandovi a leggere il regolamento per ulteriori dettagli (qui in italiano).

Un non luogo

È lo spazio Stetegic Sea Lines (Linee Marittime Strategiche).
Beh, le acque attorno al corno d’Africa, come “imbocco” al Canale di Suez, sono attraversate da linee marittime importanti.
Ce ne accorgiamo quando una nave si incastra nel Canale oppure se giochiamo a Suez ’56 (e ci abbiamo giocato).
Nessun colpo di Stato o tiro di riallineamento qui, ma avere la maggioranza in questo spazio darà punti quando si triggera il conteggio punti nelle regioni.

Punti di crisi

Sono i due Paesi protagonisti di Twilight Struggle Red Sea, Somalia ed Etiopia.
Una delle particolarità di queste regioni si attiva quando si tenta un colpo di Stato: a quel punto si scopre una prima carta da mazzo e, in base al suo valore, si può verificare l’abbassamento del livello di DEFCON (con il rischio di guerra termonucleare).
Attenzione anche quando si calcola il punteggio della carta Africa, è così che il vostro Affezionatissimo ha perso: il buon Doc controllava più Paesi in Africa e sia Somalia che Etiopia.

Twilight Struggle Red Sea giocato in solitario

In conclusione

Civitanovix è stata anche un’opportunità per provare Twilight Red Sea, anche se in realtà le emozioni e soddisfazioni di questa iniziativa sono state di gran lunga altre, con il battesimo del fuoco di Sara come dimostratrice (e il vostro Affezionatissimo a rimorchio).
Tornando a questa versione di Twilight Struggle su scala ridotta, non possiamo che lodare l’iniziativa.
La pietra miliare di Jason Matthews si finisce per giocarla poco, proprio perché richiede diverso tempo per una partita.
Senza contare che servono un certo numero di sedute per prendere familiarità sia col sistema di gioco, con alcune accortezze e con le carte stesse (ricordiamoci che è un card driven).

Cosa trovate nella scatola.
(credits: BGG)

Twilight Struggle Red Sea permette di correre sulla curva di apprendimento più velocemente.
Avremmo potuto rigiocare immediatamente un’altra partita e avremmo fatto più attenzione al fulcro del gioco, ovvero il conflitto somalo-etiope.
Se avessimo giocato a Twilight Struggle sarebbe stato anche solo impensabile farlo.
Ecco quindi che l’autore riesce a fornirci con un po’ di sartoria un Twilight Struggle da tutti i giorni, sebbene parte della community lo abbia tacciato di aver generato un clone per cavalcare un successo commerciale.
Non siamo di questo parere e non vediamo l’ora della rivincita o di affrontare il gioco in solitario.

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17 Giugno 2023

2 commenti

  1. Buongiorno, ottimo articolo, hai per caso la traduzione anche del regolamento in solitario?

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