Tao: l’allineamento dei portali

Riprendiamo con i focus sui giochi, sulle scatole, con una novità che abbiamo avuto modo di provare per la prima volta ad Aosta.
Un gioco dove l’apparenza inganna, potremmo dire.
Già, perché se l’immagine sulla scatola di Tao ammicca agli anime, il gioco ha una tematica molto più… filosofica.

Tempo di lettura 6 minuti

Tao in effetti è quello che in gergo viene chiamato un “astrattone”.
L’ambientazione, o la lore, è infatti vagamente accennata, dove al contrario si è posta attenzione alla concretezza della meccanica.
È un gioco più tattico che strategico, pensato per due giocatori, ma, lo vedremo nelle conclusioni, ha in sé quel sapore orientale che il titolo richiama (almeno per noi profani della cultura e filosofia del lontano oriente).

Per chi va di fretta
  • Un astratto per 2 giocatori
  • Lo scopo del gioco è creare una sequenza di carte per aprire un Portale
  • Certe meccaniche ricordano il gioco del 15
  • Determinismo e un pizzico di aleatorietà
  • Più Tao di quanto ci si possa aspettare

Tao
di Giulia Barbieri
42Games Project

Per 2 giocatori. Età 8+

Durata: 20 minuti
Costo: seguite la pagina dedicata


Semplicità quasi Feng Shui

La componentistica è tanto semplice quanto curata.
Tao è un gioco di carte, che si presentano in formato tarocco. Una saggia soluzione che permette di rendere giustizia alle immagini oniriche rappresentate sulle carte.
Oltre a questo mazzo ci sono tessere quadrate di più piccola dimensione, i Portali.
Completano la dotazione una serie di gettoni o monete.
In effetti la copia di Tao che abbiamo tra le mani è una beta che, in particolare per la componentistica, potrebbe subire delle variazioni.
Potrebbero essere difatti introdotti più Portali, intercambiabili, oppure monete in metallo.

Il Dragone e la Tigre, gli elementi principali di Tao

Anatomia di una carta

Prima di andare oltre, un piccolo inciso riguardo l’anatomia delle carte.
Contestualizzando il gioco, Tao vede 4 fazioni che si fronteggiano tra loro.
Ogni fazione, nella versione blu o rossa, ha una figura eterea di riferimento, una Tigre o un Dragone (chiamiamoli Spiriti, per semplicità, anche se non è corretto).
Ognuno di questi esseri eterei ha i propri Guardiani, la cui maschera, e il colore, permettono di capire a che fazione appartengano.
Veramente ben rappresentati, dove il manga incontra qualcosa di più sofisticato e diafano.

Tao dopo il setup.
La linea dei Portali, con due Bordi, divide le due aree dei giocatori, ciascuna con una fila di carte

Tao in breve

Tao è per 2 giocatori, sebbene l’autrice, Giulia Barbieri, ci parla di potenziali sviluppi che potrebbero aumentare il numero di persone al tavolo e introdurre nuove modalità di gioco.
Rimanendo alla versione provata ad Aosta, e nei giorni a seguire a casa, i due giocatori di Tao si dispongono uno di fronte all’altro con la fila dei Portali che li divide.
Due tessere Bordo si dispongono ai due estremi della linea di Portali, per un totale di 7 tessere.
Su ciascuna carta Portale si dispone un gettone.

Informazioni note e non

A questo punto bisogna disporre le carte.
Le carte vengono mischiate e ne viene posta una davanti e dietro ciascun Portale, in modo che ciascun giocatore abbia una fila di carte davanti a sé (la figura è sicuramente più chiara).
Avanzeranno quindi due mazzi da 6 carte, uno per ciascun giocatore.
I due mazzetti devono rimanere coperti e i giocatori non ne conoscono la composizione.

Questa è una sequenza valida per aprire un Portale, girando la tessera e prendendo il Gettone.
(gli altri componenti sono stati eliminati per maggiore chiarezza)

Aprire i Portali

In Tao lo scopo dei giocatori è quello di aprire i Portali.
Ma come si aprono?
I giocatori dovranno creare nella propria fila una sequenza di tre carte dove gli Spiriti di una fazione, la Tigre o il Dragone, devono essere affiancati dai propri Guardiani. Ovviamente il tris che si va a formare deve essere tutto dello stesso colore.
Questo allineamento cosmico permette l’apertura del Portale davanti allo Spirito della fazione o, più prosaicamente, consente al giocatore che crea la sequenza di raccogliere il gettone sul Portale.
Il primo che ne colleziona tre vince la partita, anche se esiste un trigger che permette di interrompere a la partita e passare al conteggio dei punti.

Il jolly nella propria fila permette di essere scambiato con qualsiasi carta nell’area avversaria

Una questione di bilanciamento

Tao, nel suo regolamento base, si bilancia fra determinismo e casualità.
Proviamo a spiegarci meglio, sebbene per il dettaglio del regolamento è forse meglio rimandare al sito curato dalla casa editrice.
Ad ogni modo, nel proprio turno il giocatore deve compiere due mosse fra quattro opzioni possibili.
Le opzioni permettono sostanzialmente di scambiare due carte “orizzontalmente”, ovvero nella propria fila, oppure “verticalmente”, scambiando due carte, una di fronte all’altra, da una fila a quella dell’avversario.
Sono possibili altre azioni, basate sullo spostamento delle carte già in tavola, al fine di creare un “tris-apri-portale“, ma molto spesso ci si dovrà muovere anche solo per disfare i piani avversari.

Il sacchettino all’interno della scatola permette di riporvi all’interno ogni elemento di gioco.
Semplice e geniale

Il caso in Tao

Fino a qui Tao è molto tattico e deterministico.
Un’altra azione possibile, però, è quella di prendere la prima carta dal proprio mazzo e sostituirla, prima di vederla, con una qualsiasi carta sul tavolo, che finisce in fondo al proprio mazzo.
Come avrete capito è un’azione totalmente casuale che può essere usata in diverso modo.
Si può infatti usare come “una bomba a mano”, da lanciare per togliere all’avversario la disponibilità di un Guardiano o di uno Spirito, per evitare apra un Portale.
Tuttavia può anche essere una mossa “costruttiva”, ovvero che va alla ricerca di quella carta che sul tavolo non vediamo ma che ci serve per completare un tris.
Tutto dipende dalla situazione in cui ci troviamo.

Tao al Criptoportico forense a GiocAosta 2023

In conclusione

La scatola di Tao, con personaggi manga con spadoni impossibili per loro da brandire e maschere all’Uomo Tigre, facevano pensare a un polpettone fantasy-manga.
Invece non c’è nessuna “volpe a nove code con sfere del Drago” in Tao e più che Naruto abbiamo incontrato il maestro Miyagi.
Perché Tao è un astratto e non ci piove. La storia dei portali crea un po’ di ambient e un pretesto per un accattivante artwork.
Tuttavia, ma non siamo esperti di filosofia orientale, c’è qualcosa che profuma di taoismo nel gioco.
Lo troviamo nel bilanciamento fra attacco e difesa nel muovere le carte, ma anche nella contrapposizione fra il determinismo dello scacchiere di carte di fronte a noi e la pesca casuale delle carte dal proprio mazzo.

I Ching e un easter egg

C’è da dire che le luci soffuse e l’aria mistica del Criptoportico ha sicuramente favorito la veicolazione di questo messaggio.
Lo abbiamo però ritrovato anche a casa, in un ambiente certamente più asettico.
Poi se non fiutate questa magia, la variante PRO di Tao permette di togliere ogni indeterminismo dalle meccaniche.
Ma ci sembrerebbe a questo punto di tradire l’anima di Tao e de I Ching (dai cui poi deriverebbe l’idea di mettere le “monete” al posto dei token).
In effetti Giulia, quando si conquista e si gira il Portale, non commette l’errore di attivare chissà quale bonus.
Ci offre invece, come un easter egg, una perla di saggezza della tradizione orientale.
Non abbiamo messo foto di queste carte, così che possano regalare anche a voi 10 secondi di riflessione.

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24 Agosto 2023

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