Saladin: pronti alla battaglia

Ed eccoci infine ad un articolo più corposo riguardo a Saladin, wargame tattico per due giocatori recentemente localizzato da Ergo Ludo Editions. Come qualcuno ricorderà lo avevamo provato anche in una giornata a lui dedicata qualche weekend fa.
Dopo un po’ di pratica eccoci qua.

Tempo di lettura 8 minuti

Il termine wargame fa sempre un po’ paura, dal momento che è circondato per lo più da stereotipi. Stereotipi che aleggiano sia sulla categoria di giochi che sui giocatori stessi.
Abbiamo provato, speriamo con successo, a sfatare questo mito qualche serata fa con una live dove era presente anche Alessandro Lanzuisi, CEO di Ergo Ludo Editions.
Probabilmente Saladin può essere quel grimaldello che può aprire a giocatori diffidenti una nuova dimensione ludica.

Per chi va di fretta
  • Siamo in Terra Santa all’epoca delle crociate
  • Un gioco per due giocatori: Crociati contro Ayyubidi
  • Due scenari giocabili
  • Componentistica da astratto, ma al servizio del gioco
  • Adatto anche a chi mastica poco coi wargame

Saldin
di Denis Sauvage
Ergo Ludo Editions

Per 2 giocatori. Età 14+

Durata: 45-60 minuti
Costo: lo trovate su Get Your Fun


Materiali all’insegna della praticità

Saladin si presenta in un formato parco. Una scatola piccola, dimensioni di un libro A5 per intenderci, ma in un formato consono per quello che contiene.
Non troverete all’interno della confezione infatti né miniature né altri orpelli spesso graditi, molto più spesso Kickstarter pusher.
Qui le armate in gioco sono semplicemente rappresentate da assi di legno, simili agli steccati di Agricola, che chiameremo Lance. Rossi sono i Crociari, Verdi gli Ayyubidi, o più semplicemente le truppe del Saladino.
Come da foto, l’armata di ciascun giocatore è divisa in “reggimenti” (termine non preciso, ma speriamo serva a farsi capire).
Anche il resto della componentistica è in legno, come i dadi a g facce (speciali, custom) per risolvere gli scontri e i gettoni Ordine, la cui semplicità di utilizzo vedremo tra poco.
Il tabellone dove le armate si schierano è anche lui della corretta dimensione: ergonomico e, soprattutto, funzionale.
Per anticipare questo secondo aspetto, il campo di battaglia si dispone fra i due contendenti e ciascuno ha “nel suo verso” le scritte necessarie a riconoscere il suo esercito.
L’apparecchiamento di Saladin, considerano anche le carte in formato tarocco, alla fine richiede uno spazio standard.
Ciascun reggimento è comandato da infatti da un leader, rappresentato da una carta, che il giocatore pone davanti a sé ad inizio partita.

La battaglia di Arsuf – 1191
Il primo dei due scenari a disposizione e quello da cui iniziare

Due scenari di gioco

Il tabellone è fronte-retro, in modo da poter offrire due battaglia differenti.
Ci riferiamo alla battaglia di Arsuf del 1191 e quella di Hattin del 1187.
Sicuramente lo scenario di Arsuf ha un regolamento più semplice ed è più lineare, ma non è banale.
Pertanto non lo defineremmo un tutorial, visto che potrete giocarlo più volte anche una volta presa dimestichezza col gioco.
Interessante invece come i due scenari vedano capovolgere il ruolo di attaccanti e difensori.
Ad Arsuf saranno gli uomini al comando di Riccardo Cuor di Leone a cercare di prendere Arsuf e travolgere il Saladino.
Ad Hattin, invece, è il capo dei saraceni che attanaglia Lusignano sui Corni.

Hattin 1187: la battaglia che fu il preludio della riconquista di Gerusalemme da parte del Saladino

Scenari con regole diverse

Saladin ha un “regolamento di fondo” che gestisce le battaglie. Questa manciata di regole, e alcune altre che regolano l’impiego degli Ordini e l’eliminazione delle Lance, costituiscono il motore del gioco.
Ogni scenario ha poi delle regole che lo caratterizzano, un po’ come nella logica vista pochi giorni fa per Congo Merc 1964, sebbene in Saladin è presente su più piccola scala.
Ad Arsuf, ad esempio, le truppe di Enrico II come azione speciale possono alzare gli scudi per meglio proteggersi dalla pioggia di frecce degli arabi.
Viceversa ad Hattin è il Saladino ad avere un asso nella manica, che simula una tattica realmente adottata in quel contesto.
Il riferimento è all’utilizzo del fuoco e a come venne usato per fiaccare, fisicamente e moralmente, l’esercito crociato.
Per gli interessati c’è un articolo su Ars Bellica con diversi dettagli.

 

Due segnalini che si applicano come regole speciali negli scenari.
Arsuf e Hattin non si differenziano solo per gli schieramenti

Regole Semplici

Arriviamo ciccia.
Saladin è un gioco che si impara in pochi minuti. La grafica, altamente didascalica, è la chiave che aiuta la comprensione del gioco.
Il setup è un po’ lungo tutto sommato, non per il numero di elementi, ma perché bisogna mettere ogni Lancia al suo posto. Gli spazi stretti richiedono un po’ di precisione… o anche no se non siete maniaci dell’ordine.
Come dicevamo ogni reggimento ha un suo leader che ha due set di azioni: uno quando combatte a distanza e uno quando è in corpo a corpo.
L’uso dei colori e dei simboli illustra chiaramente la divisione dei due set e, a seconda della modalità, quale reparto avversario può essere attaccato.
Alternativamente ogni giocatore nel round attiva un suo reggimento tramite il leader che ne ha a capo.
Generalmente a seconda del numero di Ordini speso, si avrà una manovra più o meno efficiente.
Un imboscata di Solimano, ad esempio, è più efficiente di una semplice schermaglia, ma “costa di più”.
Potreste rimanere anche senza Ordini, ma il regolamento prevede comunque che in un round ogni reggimento si attivi almeno una volta.
C’è da dire che dopo la prima attivazione, la carta si gira e solo un subset delle azioni precedenti è disponibile, ma è un dettaglio tecnico del gioco che non approfondiamo.
Ecco che ci sono azioni a “costo zero” che, come si può immaginare, sono scoordinate e dannose.

Ogni leader di un’armata ha attacchi a distanza o corpo a corpo, a seconda della posizione relativa agli avversari che può ingaggiare.

Anche un solitario?

Questa è una vicenda curiosa. Su BGG buon parte degli utenti consigliavano Saladin per il gioco in solitario.
Eppure eravamo certi che il regolamento non prevedesse questa modalità né avevamo trovato un regolamento fan made.
Ecco che Volpe Giocosa apre un thread per chiedere lumi.
Le risposte erano così ovvie che avremmo potuto arrivarci da soli.
In effetti non esiste una modalità solitario, ma il gioco è a informazione completa: in ogni istante sapete le mosse, lo spazio decisionale, sia vostro che dell’avversario.
L’incognita è solo nel risultato, ovvero nel lancio dei dadi (ne riparleremo riguardo alla longevità)
Perché non provare a guidare entrambe le armate e gustarsi la storia che raccontano?

I Crociati ad Arsuf entrano in corpo a corpo

Una guerra d’attrito

Una battaglia non è semplicemente uno “scontro fisico”. Dietro ci sono altri aspetti.
Alcuni, come la tenzone stessa, diciamo sono questione tecniche. Logistica, rifornimenti ed organizzazione sono elementi chiave nell’esito di una battaglia.
C’è anche però il morale delle truppe da tenere in considerazione. Alla fine i soldati sul campo di battaglia sono uomini (e donne) di carne. Non scordiamolo.
In Saladin questi aspetti sono condensati in segnalini Ordine.
E’ davvero astuto condensare tutto quanto in questi segnalini. Più le armate saranno fresche e motivate, maggiore sarà la loro resa in battaglia (vedi il paragrafo sulla meccanica di base)
L’esito di certi scontri, si legga “risultato dei dadi”, può far passare gettoni dalla riserva degli Ordini disponibili a quella degli Ordini esauriti, che saranno nuovamente disponibili solo al round seguente.
Se le vostre unità vengono decimate, ovvero le Lance escono dal gioco, è ovvio che la vostra armata subirà un calo di morale.
In questo in caso, infatti, gli Ordini escono dal gioco.
Ad ogni round comunque i reggimenti saranno più stanchi, e ancora più demotivati se un un leader dell’armata è caduto, aumentando il rateo di Ordini che finisce nella scatola.
Ordini esauriti, battaglia persa.

I segnalini Ordine: quando si rimane senza l’esercito è in rotta e si perde la partita.

Un gioco tattico

A differenza di 300: Terra e Acqua, gioco di cui dovremo parlare, Saladin è un gioco tattico e non strategico.
Come evidenziato nei passi precedenti al giocatore è richiesto di “manovrare” il singolo reggimento, dando a ciascuno di essi ordini specifici.
C’è da domandarsi se Saladin sia un gioco longevo. Gli schieramenti iniziali sono sempre gli stessi per ciascuno scenario.
Alle conclusioni un nostro punto di vista.

In conclusione

Ed eccoci alla fine ad un riassunto su Saladin, un gioco di cui abbiamo parlato in diverse circostanze.
Il titolo dell’articolo, Pronti alla Battaglia, è anche il nome della collana che offrirà giochi, immaginiamo, sulla stessa lunghezza d’onda.
Come Tetrarchia o Ave Cesare!, Saladin è un gioco con pochi elementi, quasi astratto, ma che riesce a riprodurre quei quattro o cinque elementi chiave che riscostruiscono l’evento storico oggetto della scatola.
E’ un po’ la solita diatriba che si legge nelle community circa i giochi della GMT, dove un gruppo di giocatori vorrebbe qualcosa di più “ambientato” che una manciata di cubetti alla german.
Ognuno, come sempre, ha la sua idea.
Se non siete amanti dell’astrazione, ovvero non volete fare quel passaggio dal legno della pedina all’acciaio del campo di battaglia, allora Saladin vi sembrerà freddo.
Se siete amanti della storia, o comunque di un certo tipo di confronto diretto, allora siete nel posto giusto.

Le sorti della battaglia non sono mai deterministiche.
Giustificare le sconfitte con la cattiva sorte è comunque da pavidi

Circa la longevità

Ok, il setup è sempre lo stesso e cambia solo con gli scenari.
Ad essere precisi anche il setup degli scacchi è sempre il solito, ma il gioco va avanti da diverso tempo.
Se in uno fra i più antichi wargame del mondo, l’alto numero di combinazioni fa sì che sia ancora “irrisolto”, in Saladin un elemento di longevità è dato dall’evoluzione della partita.
Per dirla in breve, partiamo dalle stesse condizioni iniziali, ma l’evoluzione della battaglia sarà sempre diversa e ci porterà a gestire situazione diverse.
La vera questione è la gestione dell’asimmetria. E’ sempre difficile capire se ci sia un effettivo bilanciamento, ma questo si capisce solo dopo un elevato numero di partite con un pool nutrito di giocatori,
Ma se poi siamo di fronte a un gioco storico, è necessario il bilanciamento?

Ogni reggimento ha il suo leader, ma poi ci sono i capi delle armate. Sono il Saladino e Riccardo III, o Saladino e Lusignano, a seconda dello scenario.

Circa il gioco in solitario

Effettivamente Saladin può essere giocato in solitario, nella misura che racconta una storia.
Il concetto è sempre quello: la motivazione del giocatore. Alla fine non avrete né vinto né perso, avrete costruito una storia.
In termini pratici tocca organizzarsi un attimo, perché le scritte sul tabellone e la posizione delle carte sono pensata per avere due giocatori uno di fronte all’altro.
Niente che non si possa gestire.


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