Explorers: la versione digitale

Se ne parlava qualche tempo fa di come ci stava interessando alle versioni digitali dei giochi da tavolo.
Tralasciando le versioni online, come quelle su Board Game Arena, ci riferiamo a quelle installabili (app).
Ne abbiamo diverse sui vari smartphone di Volpe Giocosa, all’inizio per necessità, poi per comodità.
Through the Ages, ad esempio, ha permesso di giocare più spesso un titolone un po’ lungo e macchinoso dal vivo.
Venerdì invece, dal momento che è un solitario, ripropone esattamente l’esperienza al tavolo.
Il gioco che vi proponiamo oggi è Explorers.


Tempo di lettura 5 minuti

Explorers è un flip & write, una “specializzazione” dei roll & write.
La sua meccanica permette di essere ben giocato in solitario, che è poi la versione che l’app propone.
In effetti questo gioco di Ravensburger non lo abbiamo ancora visto nei vari scaffali, né fisici né online.
La versione che abbiamo è quella scaricata dallo store di Play Google, progettata da BrettspielWelt.
E’ ovviamente disponibile per altri sistemi operativi.
Alle conclusioni i nostri risultati.

Per chi va di fretta
  • Explorers è un flip & write
  • Ci abbiamo giocato solo nella versione in app
  • Si gira una carta e ci si muove sulle caselle di uno dei due terreni indicati
  • Durante il girovagare si raccolgono elementi o si visitano luoghi per fare punti
  • La mappa è nota fin dall’inizio

Gli aspetti informatici

Tralasciamo tutta la questione informatica che vi porta ad avere Explorers sul vostro smartphone.
Nella schermata iniziale sono proposti diversi setup, legati alla gestione informatica dell’applicazione più che al gioco stesso.
Ci riferiamo ai classici lingua (no, non è previsto l’italiano ma poco male), suono e cose di questo tipo.
C’è anche una classifica generale con tutti i giocatori di Explorers che suino questa app e un sistema di achievements.
E’ il tipico sistema che trovate un po’ in tutti i videogiochi.
Un esempio è il trofeo che si ottiene raccolte un certo numero di gemme.
Insomma, includiamo in questo paragrafo tutti quelli aspetti secondari che non hanno un riscontro sul gioco in sé.

Schermata iniziale di Explorers

Explorers in senso stretto

Risolto questo aspetto, possiamo concentrarci sul gioco in sé per sé.
E’ abbastanza intuitivo, soprattutto se avete giocato a Cartographers o simili.
Ad ogni modo è presente il regolamento già all’interno dell’app. In rete, compreso BGG, sembra non si trovi.

Un po’ di ambientazione

In Explorers, ma guarda un po’, bisogna esplorare un nuovo mondo.
Il giocatore infatti impersona un esploratore, o un forse meglio dire un semplice viaggiatore-vagabondo, da come l’immagine iniziale alla Magritte lo propone.
Il mondo inesplorato è un grande tabellone rettangolare con caselle di colore diverso a seconda del tipo di terreno.
Possiamo così attraversare deserti, pianure o catene montuose, ma anche navigare lungo fiumi.
Qua e là la mappa è popolata con tesori come gemme o co semplici provviste, come pesci, carote o mele.
Ci sono anche dei cavalli, ma non si mangiano. I quadrupedi danno infatti semplicemente un bonus.
Il contenete in questione non è abitato. Ci sono 4 villaggi e diversi templi.
Per accedere a ciascun tempio bisogna spendere una chiave, anch’essa da raccogliere lungo il percorso.
Una caratteristica della mappa di Explorers: ogni cosa, collocazione di oggetto o tipologia di terreno, è nota fin dall’inizio.

Pronti ad esplorare?

Passando al concreto

Explorers è diviso in 4 turni, ciascuno dei quali composto da 7 round.
All’inizio di un turno sono proposte 7 carte coperte. Se ne capovolge una per round per capire su che terreno andremmo a muoverci.
Ogni carta propone due possibilità. Su un tipo di terreno proposto potremmo muovere di 3 caselle, sull’altro solo di 2.
Non c’è la possibilità di fare mix, ma c’è un modo, qui non lo vedremo, di giocare una wild card e fare un po’ come ci pare.

Situazione prima di voltare l’ultima carta

Sì, ma dove andiamo?

Domanda sempre valida nella vita reale, facile in realtà da rispondere in Explorers.
Le mosse saranno spese per muoverci nella mappa per raccogliere gli oggetti indicati poco fa.
C’è un classico sistema progressivo che tiene traccia del punteggio.
Un singolo elemento provvista raccolto in un turno vale 1 punto solamente, ma già 5 in compagnia di un altro, giusto per fare un esempio.
Lo stesso vale per le caselle annerite, visitate, intorno ad un villaggio, mentre i templi danno punti secchi il cui valore è noto già da inizio partita.
Alla fine dei turni previsti si redige una classica sommatoria.

Punteggiaccio finale. Il sistema adottato è un beat your score: ogni volta provate a fare meglio.

Un’ottima opportunità su smartphone

Non avendo una copia fisica del gioco, non possiamo fare un confronto con la scatola.
Comunque Explorers si gioca bene sul cellulare. Ok, la mappa non è grandissima, ma anche ditoni poco agili riescono a selezionare la casella desiderata in ogni circostanza.
E’ questo uno dei vantaggi dei giochi sull’app: ci giochi in metropolitana, a letto o in coda alle Poste.
Ok, si perde l’aspetto conviviale, che come sapete in Volpe Giocosa non sottovalutiamo, anzi.
Tuttavia Explorers, per come ve lo stiamo proponendo, funziona offline e in solitario.
Non avrete un’esperienza molto diversa con la scatola, fatta eccezione per l’aspetto tattile, comunque non trascurabile, per carità.
Inoltre in ogni momento potete sospendere la partita e riprenderla.

Un’immagine del gioco fisico (credits: BGG, utente Pavel Sebesta)

In conclusione

Explorers è uno dei, pochi, giochi che abbiamo provato solo in versione digitale.
Ultimamente, per ragioni diverse, Volpe Giocosa sta facendo largo uso per giocare, anche insieme, di sistemi informatici.
Se Board Game Arena è molto funzionale in questo, meno Tabletop Simulator, le app da installare sono una valida alternativa.
Come da introduzione ci sono alcuni giochi che davvero si prestano per questa modalità.

Tornando sul gioco in sé

Ma parliamo del gioco Explorers, al di là che ci sia offerto in formato digitale o fisico.
Ad essere precisi non c’è nessun aspetto esplorativo all’interno del gioco. La mappa, difatti, è nota in tutto e per tutto fin dall’inizio.
Quello che è “a sorpresa” è il tipo di terreno che è consentito percorrere.
Il tabellone proposto è molto vario, sia da partita a partita, sia nella composizione del terreno.
Sembra quasi il costume di Arlecchino, con pezze di terreno di vario tipo.
Questa particolarità, insieme al fatto che in ogni round sono proposti due terreni da percorrere (wild card esclusa), limita la casualità e non si ha mai la sensazione di essere impiantati.
Certo ci sono partite dove fare un punteggione può essere un problema.
Non è insomma la mappa a dare una sensazione di ripetibilità.
Considerate però che le opzioni per round sono poche: si gira una carta, si sceglie se giocare un eventuale wild card e ci si muove.
Decidete voi se questo regolamento, così semplice, vi annoia o vi rilassa.

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