Long Day Play: Anno 1800 e Age of Steam

E proprio domenica abbiamo partecipato al primo Long Day Play del 2024. Ormai sapete che si tratta dell’evento mensile di GdT Roma Players, la grande community capitolina a cui siamo molto legati e dove cerchiamo di partecipare il più possibile (talvolta anche non solo come utenti).
In un modo o nell’altro cerchiamo sempre di organizzare la nostra agenda in modo di essere presenti. Per farlo spesso partecipiamo a duelli da mezzogiorno di fuoco, dove solo il più veloce cliccatore del West riesce a trovare un posto su eventbrite.
E noi lo fummo: Anno 1800 e Age of Steam per il vostro Affezionatissimo.

Tempo di lettura 9 minuti

E così abbiamo riservato due posti per l’intera giornata su un totale di 4 tavoli. Sara ha giocato di nuovo a Pyramidice e a White Castle, gioco che ha tenuto banco qualche mese fa.
Un’occasione anche per provare Alpaca, dopo i successi di Essen.
Mentre Sara ha visto in Antonio “Antomatto” il suo dimostratore di giornata, il vostro Affezionatissimo pendeva dalle labbra di Francesco “Frank Stone”.
Giornata mono autoriale per lui: Martin Wallace.

Anno 1800: una lunga attesa

Era da un po’ che il vostro Affezionatissimo voleva provare questo giocone-mattone di Wallace. Ma vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza del gruppo e dell’occasione, era rimasto sempre in sospeso.
L’interesse era totalmente basato sulle meccaniche proposte da Wallace.
Quando infatti uscì il videogioco della Ubisoft, al quale il gioco blandamente si ispira, il qui scrivente si era allontanato dai videogame.
Ecco che questo Long Day Play è stata l’occasione giusta per approfittare della spiegazione del buon Francesco.

Tutto pronto a Anno 1800

Il giocone si vede dal setup

Partitona a 4 giocatori e Anno 1800 non la manda a dire già dal setup. Il 90% del materiale di gioco è composto da tessere. 250 tessere di 44 tipologia diverse.
Le plance giocatore e le loro estensioni acquistabili durante la partita sono un’inezia in confronto.
Insomma, Anno 1800 è mastodontico ma il regolamento alla fine è semplice. Le tessere elencate in precedenza sono, per lo più, industrie, nel senso più lato del termine (ci sono anche botteghe, fattorie o cantieri navali).
Si parte con alcune di esse prestampate sul tabellone, che producono beni “semplici”.

Birra e salsiccia per il baffone.
Ci premierà con 3 punti a fine partita e un nuovo artigiano subito (icona rossa)

Per fare l’albero, ci vuole il legno

Così all’inizio abbiamo a disposizione due “fabbriche” di Maiale e Carbone. Inviando rispettivamente un Contadino e un Lavoratore, possiamo produrre le risorse (virtuali, nessun token) per prendere dalla riserva la tessera Salsiccia.
La posizioniamo così su uno slot vuoto della plancia.
Abbiamo già tirato in ballo la popolazione, di fatti cubetti, divisa in 4 classi sociali (più una), ciascuna delle quali lavora in un settore.
La popolazione può aumentare, ma anche elevarsi a classi sociali più abbienti.
Ogni cubetto da diritto anche alla pesca di una carta Popolazione. Se il popolo lavora, è anche il popolo che consuma, con desideri confacenti alla propria agiatezza.
Soddisfiamoli, ovvero fornendo loro risorse nello stesso modo in cui costruiamo nuove attività produttive, e faremo punti.

Un mare di industrie ad Anno 1800

Wallace non si è regolato

Hai voglia a mettere player aid: la costruzione di un’Automobile necessita 8 risorse differenti su 4 livelli.
Una risorsa, ovviamente, può servire a più scopi. L’apogeo si raggiunge con la stessa risorsa che può essere prodotta da fabbriche diverse, ovvero che necessitano diverse risorse per essere avviate.
Complicato, ma fa molta ambientazione. Pensate ad esempio al carbon fossile e al carbon coke: stessa funzione, produzione differente.
Per fortuna attivare una tessera necessita solo il “popolano” dedicato, ma non riapprovvigionare di volta in volta di materie prime l’industria.
Comunque non è un solitario di gruppo: se vi manca qualcosa nella vostra supply chain, potete commerciarla da un avversario.
Ciò non è vero per i beni coloniali. L’Automobile, ad esempio, necessità di Gomma che si trova solo nel Nuovo Mondo, ovvero in una di quelle estensioni della plancia menzionate in precedenza.
Estensioni che vengono pescate a caso…
Comunque non si può obiettare niente. Sebbene Anno 1800 sia catalogabile come un gioco strategico-economico, ha tutti in tratti del gioco di civilizzazione.
Iniziate infatti che avete una manciata di contadini e finite in piena seconda rivoluzione industriale (pare di stare dentro Brass). Popolazione che lavora, consuma, si evolve e può essere esortata a lavorare oltre pagando “gli straordinari”.

Interessante meccanica dove la popolazione crea risorse ma è anche cliente

Com’è andata

Gioco, partita e compagnia piacevoli.
Sappiate però che se vi sedete davanti ad Anno 1800 non sapete quando vi alzate. Nessun numero di turni prestabilito, ma un trigger di fine partita che si attiva quando un giocatore non ha più carte Popolazione in mano, ovvero ha accontentato tutta la sua popolazione.
Ecco che 3 ore possono solo seguire.
Il vostro Affezionatissimo nelle prime fasi della partita se l’è giocata bene: popolazione in crescita è gestore del racket della Salsiccia (che pare un gamberetto) e della Carne in Scatola.
Inizia ad arrancare nei turni successivi.
Promemoria: l’autarchia non paga e l’ostinazione nemmeno.
Le catene sono lunghe, per forza dovrete attrezzarvi per commerciare.
Attenzione che, o voi o gli avversari, abbiano preso una tessera che vi serve nella vostra supply chain: se nessuno produce Ottone, non costruirete mai un’Automobile.
Meglio nel caso virare verso altri prodotti se ci sono problemi di approvvigionamento.
Se però avete pescato tutte carte Popolazione che richiedono un’Automobile, dovete per forza passare dalle forche caudine della Gomma (o cambiare carta Popolazione, ma è un extrema ratio).

Vaste pianure da collegare ad Age of Steam, in versione deluxe

Age of Steam: fra campi aperti ed ingorghi

Il vostro Affezionatissimo si nutre mentre cerca di produrre ‘ste maledette Automobili e si distrae come l’altra volta (anche lì un Wallace, con titolo attesissimo).
Conclusa la partita, con un dignitoso secondo posto, testa sotto l’acqua corrente per raffreddare i neuroni e pronti per un’ennesima sfida strizzacervelli: Age of Steam.
Qui si pensava che alcune orette accumulate su Railways of the World su BGA potessero essere di aiuto.
Diciamo che Age of Steam ha in comune con questo gioco alcune meccaniche di base: il posizionamento dei tracciati e il trasporto delle merci-cubetto.
Per il resto parliamo di un titolo differente, ristampato di recente in una deluxe edition ad un prezzo non proprio trascurabile (Eagle-Gryphon Games).

Questa città accetta cubi blu e, al momento, ne spedisce uno rosso e uno giallo

Un pick up and delivery? Sì, la punta dell’iceberg

La mappa di Age of Steam è composta da esagoni, come un hex and counter. In effetti è un wargame, solo che al posto di disporre eserciti si stenderanno binari (track) a colpi di monete anziché di cannone.
Qua e là sulla mappa troviamo delle città, ciascuna di un colore e con un certo di numeri di cubetti sopra.
Lo scopo del gioco è portare i cubetti nelle città che hanno lo stesso colore o, per dare un minimo di ambientazione, che accettano quel tipo di merce.
Ecco quindi che posiamo binari, pagando di più se attraversiamo fiumi o montagne, potendo condividere esagoni con gli avversari, ma, mai, se non in uscita da città e villaggi, creando diramazioni.

Un mare di esagoni ferroviari attendono di essere piazzati.
I “bottoni” servono per indicare la proprietà dei tracciati

Un occhio al bilancio. Sempre

Tre tavole quadrate riassumono le fasi previste nel turno.
In pratica: prendo soldi, faccio un’asta per l’ordine di turno, scelgo un’abilità speciale per quel turno e poggio i binari.
Uno sguardo al tracciato della Locomotiva: più è alto il mio livello, più città e villaggi potrò attraversare prima di arrivare alla destinazione del cubetto.
E più lontano recapito la merce, più sono pagato, in un mondo dove i soldi non bastano mai.
Emettendo obbligazioni ottengo soldi, ma sarà un malus a fine partita e un esborso ogni round. Altro esborso dipende dalla posizione sul tracciato Locomotiva.
Le entrate “sane”? Proprio quelle derivanti dalla consegna merci, che per fortuna sono cumulative. Ad ogni consegna muoveremo difatti un segnalino sul tracciato delle rendite.
Il punto è ogni “voce del bilancio” si attiva in sequenza e, in particolare, l’emissione delle obbligazioni è la prima azione del round.
Promemoria: pianificate bene le spese del round, così da non trovarvi senza soldi, ma nemmeno indebitatevi se avete già le liquidità necessarie.

Fine partita: un groviglio di incroci ferroviari

Schermo blu

I primi posizionamenti sono andati anche bene. Il vostro Affezionatissimo ha adocchiato due città promettenti: una aveva cubetti rossi, l’altra li accettava ed erano vicini.
Una delle board indica anche quali cubetti che saranno aggiunti nel futuro alle varie città, sebbene dei dadi indicheranno quali città saranno effettivamente refillate. Pure quello ci siamo guardati.
Solo che poi il vostro reporter si è infilato in un ginepraio.
Area sinistra della mappa? La prateria.
Parte destra? La tangenziale di Roma che passa nei soggiorni di ignari condomini, aggrovigliandosi e costando.
Immaginatevi dove siamo finiti.
In questo modo difficile recapitare lontano cubetti e fare incassi importanti.
In un round potete consegnare solo 2 merci, oppure rinunciare ad effettuare una consegna per migliorare la Locomotiva.
La sindrome del povero ha fatto sì che il vostro Affezionatissimo abbia preferito incassi modesti piuttosto che investire.
Aggiungiamoci che a metà partita il cervello è andato in reset e ha ammollato due mosse malvagie. Wallace, e gli altri giocatori, lo hanno severamente punito.

Link utili

In conclusione

I Long Day Roma Players sono, per noi, la chiamata alle armi mensile. Tutte quelle persone che senti, più o meno quotidianamente via social o altro, le incontri questo giorno.
E se la pandemia qualcosa ci ha insegnato è che il contatto umano è di gran lunga più appagante di qualsiasi surrogato digitale.
Il primo componente di tutti i giochi da tavolo, inoltre, è il tavolo.
Ecco che quindi, a prescindere da Wallace, queste giornate colpiscono nel segno.

Alcuni obiettivi di fine partita si aggiungono allo scoring finale a Anno 1800

Come prendere una laurea in ingegneria gestionale

Con Anno 1800 Wallace vuole stupire la sua fanbase. Il numero di risorse, la concatenazione, la specializzazione e tutto il resto manda ai matti. Ma ci si va volentieri.
Il prezzo da pagare è perdersi appunto fra le catene, complice anche un player aid risicato, anche se probabilmente solo un’applicazione potrebbe essere di aiuto.
Il videogioco lo conosciamo poco, ma a parte il richiamo tramite la grafica, il resto ci incastra il giusto.
Lo spaccato della società che Wallace crea, l’interazione del modello economico e della popolazione, valgono comunque la pena di giocarlo.
Poteva però l’autore inventarsi un trigger di fine partita “certo”. Quello attuale non permette infatti di prevedere quanto staremo al tavolo.
Promosso.

Eagle-Gryphon Games: qualità al suo prezzo

Age of Steam e il suo costo

Ci chiedevamo se Age of Steam valesse il costo che, a prezzo pieno, viaggia sulle tre cifre. Il fatto che sia un gioco della Eagle-Gryphon Games non è un giustificazione del costo.
C’è da dire che però il gioco è confezionato bene. Trovate gli inserti, il coperchione di plastica per non mandare a ramengo i pezzettini e persino le fiche. Insomma, sganciati i peperoni richiesti, poi non dovete spendere altro.
Il celebre Ian O’Toole (Nemo’s War, Carnegie e i Lacerda come Vinhos, per citare alcuni suoi lavori) porta in Age of Steam i suoi colori, senza sbizzarrirsi in maniera eccessiva.
La sua grafica è asciutta e al servizio della giocabilità, rendendo chiare tutte le meccaniche.
Per 100 spingi euro poteva fare un tabellone che non sembrasse fatto con Canva? No, meglio così.

Il blu è il vostro Affezionatissimo.
Guardate in che pasticcio si è andato a cacciare quando tutt’intorno era pianura!

Giocare con i treni senza prendere un giorno di ferie

A nostro avviso i 18xx rimangono l’esperienza ferroviaria più completa ed appagante. Solo che per giocarci ci vuole un medico di famiglia compiacente che vi segni malattia segna battere ciglio.
Senza considerare 18Zoo, che dovrebbe uscire per Aleph Games, sono esperienze ludiche da mezza giornata minimo.
Anzi, se siete amanti del genere, guardate 1883 e 1947, sempre di questo editore.
Tornando ad Age of Steam, non pensate questo titolo sia un 18xx. Mancano infatti molte delle sue componenti.
Non è presente, ad esempio, il mercato azionario, uno degli aspetti che il vostro Affezionatissimo ama nei 18xx.
E’ un tipo di gioco a sé stante, asciutto ed elegante. Longevità estrema, anche grazie alle tonnellate di mappe ufficiali e fan-made. Personalmente preferibile a Railroads of World e promosso a pieni voti.

31 Gennaio 2024

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