L’autore di OTTO Game Over: intervista a Frank

Oggi vi presentiamo un’altra di quelle storie di rilancio durante il COVID-19. Ecco a voi l’intervista a Frank.

Parleremo ancora di Frank, al secolo Franco Caniatti, ed in particolare del suo gioco 8 Game Over.
Non parliamo di un vero autore di giochi a tempo pieno, ma comunque di una persona che ha covato sempre un interesse per il gioco.
Nelle conclusioni vediamo cosa potervi anticipare riguardo a OTTO Game Over, dove qui trovate il sito ufficiale. Il 18 Dicembre parte il Kickstarter.

Frank, l'autore di 8 Game Over (credit: 8gameover.com)

Frank, l’autore di 8 Game Over (credit: 8gameover.com)

Conosciamo Frank

Buonasera Frank, di cosa ti occupi quando non progetti giochi?
Faccio il direttore creativo nell’agenzia di comunicazione che ho fondato negli anni ’80, Arcastudio. Abbiamo come cliente storico una nota azienda di giocattoli di Torino e quindi, quando non progetto giochi, spesso progetto giocattoli.
Come sei entrato in contatto con il mondo dei giochi da tavolo? Una passione recente o qualcosa che ha radici nell’infanzia?
Di certo ha radici nell’infanzia, ne disegnavo già a 6/7 anni, ma non funzionavano.
Così, per non perdere i 2 soli amici che avevo (😄), ho smesso.
Come molti ho giocato con piacere ai più noti family game e gioco da sempre a scacchi.
Solo nel 2004 ho progettato un gioco da tavolo per un cliente: Shrek the Third.
Nonostante sia un gioco semplice, per bambini di età 5+, l’esperienza di studiarlo e realizzarlo è stata molto piacevole e gratificante.
Così mi è rimasto il desiderio di progettarne altri, per giocatori di ogni età.

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La vostra azienda: Arcastudio

Valentina, che ringraziamo per averci contattato, ci racconta come la vostra azienda non abbia proprio come mission la pubblicazione di giochi da tavolo…
Sì, tranne l’esperienza citata prima, abbiamo disegnato di tutto ma mai giochi da tavolo.
Poi, a gennaio 2020, mi hanno regalato un libro di Emiliano Sciarra, “L’autore di giochi”.
Leggendolo mi sono reso conto che quella dozzina di gradini che un autore di giochi deve superare per arrivare al mercato.
Erano tutte competenze consolidate nel mio Team Arcastudio.
Così mi sono convinto che tutto quello che avevamo imparato in oltre 30 anni di lavoro sembrava essere un allenamento perfetto per diventare un editore di giochi da tavolo.
Il lockdown ha creato diversi problemi alle aziende italiane. Come avete avuto l’idea di re-inventarvi?
Devo paradossalmente ringraziare il lockdown.
In quei mesi quasi tutti i nostri clienti si sono fermati, così, proprio la mancanza di commesse ha generato il “tempo per creare”.
Siamo principalmente un gruppo di creativi, quindi, quale occasione migliore per far viaggiare in libertà totale i neuroni della creatività?
Nel nostro lavoro abbiamo sempre portato idee nuove ai nostri clienti, ora noi eravamo i clienti di noi stessi. Una bella sfida.

Rinnovamento: parola d’ordine del 2020

Sempre Valentina ci ha anticipato una storia interessante dietro OTTO Game Over. Ce la puoi raccontare?
Durante il lockdown lavoravamo tutti di meno e in smartworking.
Nelle riunioni di lavoro con Zoom c’era anche il tempo per parlare di nuovi progetti per il futuro della nostra azienda.
Ovviamente abbiamo sviluppato idee di rinnovamento totale anche per i clienti che dal lockdown erano stati maggiormente travolti.
Abbiamo studiato strade nuove per loro, e per noi.
OTTO come è arrivato?
Stava lì, da anni, in uno dei tanti quaderni a quadretti che tengo sul comodino, dove disegno schizzi di ogni genere prima di addormentarmi.
Sfogliandoli mi sono imbattuto in uno studio di piastrelle con aggancio perpetuo.
L’ho guardato con occhi nuovi, o forse senza gli occhiali, e ho visto un gioco da tavolo!
Nei giorni successivi gli ho dedicato tutto il tempo che voleva da me e, poco alla volta, il gioco è comparso da solo, come se fosse lui, il gioco, l’autore di se stesso.
Poi, appena ci è stata consentita la riapertura dell’Arcastudio e i collaboratori sono tornati al lavoro in azienda, ci siamo messi a giocare.
Nessuno si è lamentato di questo.
Poi abbiamo fatto il nostro lavoro, ognuno con le sue competenze, ed OTTO si è completato.

OTTO Game Over ha una vaga ambientazione spaziale. I designer di Arcastudio ci vanno a nozze.

OTTO Game Over ha una vaga ambientazione spaziale. I designer di Arcastudio ci vanno a nozze.

OTTO Game Over: il regolamento in sintesi

Ma parliamo adesso del tuo gioco, proprio OTTO Game Over.
Sul sito ci sono ancora poche informazioni, ma quanto basta per stuzzicare l’interesse di noi appassionati. Del resto Arcastudio e un’agenzia di comunicazione e quindi sa come catturare l’attenzione.
Si parla di un gioco astratto che, senza averlo visto, ci ha incuriosito per l’alta modularità che proponete. Ci puoi dire di più su altre meccaniche del gioco?
Sì certo, è un gioco molto semplice.
Basta giocare una partita per imparare come si gioca.
Si piazzano le tessere sulla scacchiera con lo scopo di chiudere un cerchio o un quadrato.
Così si fanno i punti: 1 punto il cerchio piccolo, 2 punti il cerchio grande, 4 punti il quadrato.
La partita procede così fino alla fine degli spazi liberi: 24 mosse.
Poi si contano i punti fatti da ogni giocatore. Se nessuno ha raggiunto 24 punti si fa una seconda partita, e poi una terza o più.

Un video introduttivo molto artistico

I segreti di OTTO Game Over

Perché il nome OTTO?
Se qualcuno riesce a fare un “8” il classico simbolo dell’infinito, allora quella partita finisce lì. Chi ha fatto l’infinito vince 8 a zero, annullando tutti i punti fatti in quella partita da tutti i giocatori.
Come è ovvio immaginare, fare 8 è piuttosto difficile.
Su cosa si basa il divertimento?
Un paio di tessere con regole ferree e le carte segrete completano il divertimento.
Insomma, ogni partita è diversa ed è sempre molto difficile da controllare.
Per diventare così bravi da riuscire a gestire le partite “storte” bisogna sviluppare tattiche creative e una grande abilità nel valutare la situazione sulla scacchiera.
Facile da giocare, difficile da padroneggiare.
Se non pare esagerato, mi piace pensare ad OTTO come una metafora dell’esistenza.
Puoi infatti farti tutti i progetti che vuoi ma le cose non vanno mai esattamente come volevi.
Le sorprese sono una costante continua, a volte belle a volte difficili, l’importante è adattarsi al nuovo scenario e cambiare qualcosa, a volte cambiare tutta la strategia.

Le tessere di OTTO Game Over (credit: 8gameover.com)

Le tessere di OTTO Game Over (credit: 8gameover.com)

Dall’idea al playtesting

Generalmente i giochi astratti si concentrano più sulla robustezza della loro meccanica che non sulla componentistica. Dalle poche immagini vediamo però un’attenzione al design (carino l’impilatore di tessere. Come mai nessuno dei grandi brand ci aveva ancora pensato?) Cosa altro ci dovremmo aspettare?
Del perché nessuno ci avesse pensato prima, non ne ho idea. Siamo un gruppo di designers, fanatici delle cose belle. La funzionalità e la bellezza per noi stanno insieme.
Così OTTO lo abbiamo vestito elegante.
Se OTTO avrà il successo che speriamo, ci sono già sorprese per il futuro. Ma di questo non posso parlare.
Con un po’ di esperienza e vedendo il banner sul sito, intuiamo qualcosa sullo scopo del gioco.
Se è come pensiamo, il gioco funziona solo con un severo playtesting sia attraverso simulazioni al computer sia con giocatori reali. Quanto tempo ha portato via testare il gioco?
Non è stato facile testare il gioco, ci sono volute, combinazione, 8 revisioni delle regole.
Più di 250 partite reali.
Ma ci siamo divertiti davvero tanto. Ogni giorno non vedevamo l’ora di fare una sfida, ovvero 3 partite.
È stato il nostro rito nella pausa pranzo per mesi.
Due contro due è la configurazione che amiamo di più.
Non ci sono state nemmeno due partite simili, una sorpresa anche per noi.
Non abbiamo fatto simulazioni al computer, data la robustezza delle regole, non lo abbiamo ritenuto necessario.
A breve uscirà un Kickstarter. È una scelta fatta da molti editori, in particolar modo quest’anno. Qualche info in più in anteprima?
La data ad oggi non è ancora certa, stimiamo intorno alla metà di dicembre.
Speriamo di andare molto oltre l’obiettivo.
Kickstarter è una vetrina internazionale, per il nostro gioco “universale” era il minimo. Speriamo che non piaccia solo agli alieni.

Un setup del gioco (credit: 8gameover.com)

Un setup del gioco (credit: 8gameover.com)

Conclusione dell’intervista a Frank

In particolare in questo fine anno abbiamo conosciute storie di rinnovamento.
Storie di persone un po’ folli, che hanno ribaltato il tavolo per fare della pandemia un’opportunità.
Come in una gara ciclistica, alla vista del Gran Premio della Montagna, potevano ritirarsi.
Invece sono saliti sui pedali e hanno iniziato la scalata, trainando il team.
La differenza fra capo e leader?
E’ la storia di Frank, ma anche di Andrea e in parte di Emanuele.

OTTO Game Over

Come abbiamo visto in questa intervista a Frank, OTTO Game Over è il primo titolo che la sua azienda, la Arcastudio ci propone.
Noi abbiamo una scatola nel nostro scaffale, che vorreste vedere vero?
Invece no, dovete aspettare.
Vi diciamo solo che Frank e i suoi ragazzi hanno messo all’interno tutta la loro capacità di designer.
E come gioco? Una cosa alla volta: intanto studiate le regole.

E ricordate che il 18 Dicembre inizia il Kickstarter.

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