Intervista a History Games: quando la Storia incontra il gioco

Girovagando su internet abbiamo avuto il piacere di trovare History Games. Abbiamo deciso di intervistare Monica e Gualtiero, le due persone che guidano questo progetto. 

Il nostro interesse per il binomio Storia-gioco è stato risvegliato da Spartaco Albertarelli in una sua lezione su Tambù.
Da lì abbiamo preso dei suoi riferimenti, leggendo Board and Table Games from Many Civilizations di Bell.
Si tratta di un classico di cui consigliamo a tutti la lettura.
Abbiamo poi conosciuto il dr. David Parlett, un vero gentleman e un’autorità dei giochi da tavolo.
A breve parleremo del suo La Tartaruga e la Lepre, nel frattempo vi consigliamo la lettura di Parlett’s History of Board Game.

Monica l’archeoludologa e Gualtiero l’artigiano

Dopo una lunga introduzione passiamo all’argomento del giorno.
Monica e Gualtiero gestiscono Historygames.it. Così, visto di sfuggita dall’esterno, può sembrare un semplice store on line.
La vendita di giochi è sicuramente un aspetto del loro progetto. Non troverete però Gloomhaven o Pandemic Season 0 nel loro sito.
Ci sono invece giochi non proprio recentissimi.
Si parla di giochi delle Grandi Civiltà (es: egizia, babilonese), dell’Antica Roma e del Medio Evo europeo.
Il gioco non è riprodotto solo nel regolamento, ricostruito da Monica, ma anche fedelmente con materiali di pregio di Gualtiero. Guardate pure questo link e diteci se non è così.

Conosciamo Monica

Abbiamo intervistato quindi Monica Silvestri, con Gualtiero Tumolo che ha condiviso con lei le risposte.

Quando hai iniziato a interessarti ai giochi da tavolo?
Hai una doppia vita, da giocatrice ed archeologa ?

Fin da piccola amavo i giochi da tavolo, ricordo le partite a Monopoly o a Risiko con mio fratello più grande.
Poi tutti gli altri classici a seguire.
Giunta all’università, e studiando topografia, antica mi sono imbattuta nei primi reperti di gioco durante gli scavi e le ricognizioni archeologiche.
Mi sono incuriosita sui giochi da tavolo dei nostri antenati.
Così pian piano è iniziata la mia ricerca, che mi ha portato a discutere addirittura la tesi di laurea magistrale sulle tavole lusorie del Foro Romano.

Le tavole lusorie al Foto (credit: hystorygames.it)

Le tavole lusorie al Foto (credit: historygames.it)

Immaginiamo che una tesi su giochi da tavolo nell’ambito archeologico non sia usuale. Cosa hanno pensato all’università?

Non scorderò mai il giorno che andai a proporre la tesi sui giochi al professore di topografia.
Lessi la sua incredulità negli occhi e nell’accenno di un sorriso beffardo.
Ma poi ci pensò un attimo e per mettermi alla prova disegnò tre linee su un foglio e mi chiese cosa fosse.
Risposi senza esitazione: un ludus latrunculorum!
Allora, mi disse: parliamone.

Una riproduzione del Ludus in un museo tedesco

Una riproduzione del Ludus Latrunculorum in un museo tedesco

Una Indiana Jones al femminile?

Se pensiamo al lavoro di un archeologa ci viene in mente Indiana Jones.
In cosa consiste di preciso il tuo lavoro?

L’archeologia è fatta di piccoli ritrovamenti che insieme disegnano la storia dell’umanità.
Certo ci sono i grandi tesori e i grandi monumenti, ma sono eccezioni sempre più rare.
Ogni giorno invece può venire alla luce un piccolo frammento.
Basta questo a  spiegare come si vivesse durante il periodo in cui quell’oggetto è stato creato, chi lo abbia usato, per quale motivo.

Una tipa tosta: Monica in uno scavo (credit: hystorygames.it)

Una tipa tosta: Monica in uno scavo (credit: historygames.it)

Hai mai fatto un “ritrovamento ludico” in uno scavo archeologico?

Spesso negli scavi a cui ho partecipato sono stati ritrovati dadi da gioco o pedine.
Sono generalmente in materiali più resistenti si sono potuti conservare.
I tavolieri invece si possono rintracciare soprattutto quando sono incisi sulla pietra.
Per questo ho fatto tante ricognizioni per documentarli.

Monica in trasferta al Partenone

Monica in trasferta al Partenone

Bibliografia per un Giocatore Inesperto

Abbiamo letto i libri di Bell e Parlett. Cosa ne pensi?
Che altro libri ci consigli sul tema gioco-storia?

I libri che ho studiato io sono tantissimi e non basterebbero 10 pagine di intervista per elencarli.
Sono più che altro testi specifici su un particolare aspetto del gioco o del contesto storico.
Sono relazioni di scavo, codici, testi settecenteschi, spesso in lingua inglese.
Per il mondo romano un libro veramente ben fatto è quello di Fittà, Giochi e giocattoli nell’antichità, Milano 1997, ma è difficile trovarlo.
Posso suggerire anche Dossena, Giochi da tavolo. Dalla Tabula ai War Games: i 45 giochi più belli e importanti degli ultimi 4000 anni, Milano 1984.

Abbiamo sempre paura, soprattutto quando l’operazione ha del commerciale, che i regolamenti proposti non siano al 100% quelli dell’epoca.
Che ricerche fai per sincerartene?

I regolamenti di giochi così antichi non saranno mai al 100% fedeli.
Almeno fino all’epoca medievale nessuno ha lasciato le regole dei giochi per iscritto (esmpio, il Libros de Los Juegos N.d.R)
Dunque il lavoro che fa un archeologo, e che ho fatto anch’io, è quello di rendere i regolamenti il più vicino possibile alla realtà.
Per ottenere questo risultato si lavora sulle fonti.
Si traduce, si interpretano traduzioni già fatte ma poco corrette, si confronta, si lavora con l’archeologia comparata.

Le sapienti mani di Gualtiero creano davvero delle opere d'arte (credit: hystorygames.it)

Le sapienti mani di Gualtiero creano davvero delle opere d’arte (credit: historygames.it)

Un approccio davvero scientifico che ha un profumo di autenticità. Immaginiamo non sia semplice…

E’ un lavoro lungo e meticoloso.
In altri casi ci sono dei regolamenti di giochi che sono stati proposti da altri ricercatori.
Allora si sceglie, sempre sulla base delle proprie conoscenze, se e come adottarli.
Il fatto in sé che abbiano un lato commerciale a mio avviso non c’entra nulla con l’attendibilità.

Il gioco nel passato

Abbiamo sentito, e letto, di giochi trovati in tombe faraoniche o simili.
Nell’antichità il gioco da tavolo era per un élite, o anche il contadino si faceva una partita mentre aspettava la piena del Nilo?

Tutti giocavano!
Il fatto che siano pubblicizzati di più i giochi dei faraoni rispetto a quelli dei contadini è soltanto perché i primi sono molto più belli e preziosi.
I materiali più durevoli come pietre dure, avorio e simili, si sono conservati.
Ciò è dovuto anche grazie alla loro collocazione in ambienti climaticamente favorevoli.
La gente comune giocava agli stessi giochi riprodotti però in materiali poveri e deperibili.
Magari giocavano anche su tavolieri incisi sulla sabbia.

Molto carina questa linea del tempo

Molto carina questa linea del tempo

Un po’ in questo senso, quanto il gioco da tavolo ci racconta di una civiltà e del suo quotidiano?

Per me il gioco dice molto di una civiltà.
Basti pensare che il gioco da tavolo rappresentava per loro un momento di svago prezioso.
Riflettiamo sul fatto che non avessero telefoni, televisori o altri dispositivi simili.
Quando si ritrovavano nei luoghi di aggregazione, come le piazze o i monumenti principali.
Ne approfittavano allora per fare una partita ad uno dei vari giochi che conoscevano.
Infatti è lì che si trovano le maggiori attestazioni di gioco.
Ecco perché ritroviamo nei corredi delle tombe i loro preziosi passatempi.

Come il passato ha influenzato i nostri giorni

In che gioco dei nostri giorni vedi un elemento, o una meccanica, che adesso è pensata essere innovativa ma hai visto, o intravisto, in giochi del passato?
Pensiamo ad esempio alla torre lancia dadi di Wingspan.

Si molti si stupiscono quando vedono le nostre ricostruzioni.
Ad esempio le varie forme di lancia-dadi che avevano in epoca romana.
La più bella è senza dubbio la ricostruzione della turricola lanciadadi in bronzo di Vettweiss-Froitzheim.
Ma anche il fatto di possedere dadi truccati per poter barare.
Gli antichi amavano poi possedere il proprio set di pedine personalizzate o i propri dadi in materiali preziosi.
Esattamente come si fa oggi.

La torre di Wingspan si usava 2000 anni fa (credit: BGG)

La torre di Wingspan si usava 2000 anni fa (credit: BGG)

Hai qualche aneddoto che vorresti raccontarci legato al tuo lavoro?

Gli aneddoti sono veramente tanti per fortuna.
Il mio lavoro di ricercatrice e quello di Gualtiero, l’artigiano, sono così particolari da averci regalato tanti episodi divertenti.
Mi ricordo ad esempio una volta, durante una rievocazione storica medievale.
Una volpe rubò di notte dalle tende un po’ di oggetti in cuoio e fra questi una mia tavola da gioco.
Fu ritrovata poco lontano ma mordicchiata.
La conservo come una reliquia, anche perché è il mio gioco preferito.
La Tabula è uno dei più vecchi che ho, ha ben 16 anni!

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La missione di Historygames.it

Quando hai pensato di affiancare la tua attività e interesse ad una di artigianato?

Fin da subito, anche perché per poter provare i regolamenti avevo bisogno dei tavolieri e del necessario per giocare.
Non potevo certo andare in un negozio a chiedere un mehen, un ludus latrunculorum, un duodecim scripta.
Ma nemmeno “una volpe e oche” o una “tavola delle quattro stagioni”.
Avevo una buona manualità lavorando già con la didattica archeologica sperimentale.

Poi hai deciso di provare la strada commerciale…

Sì, per sostenere la ricerca.
Mi sono affiancata ad un artigiano che è in grado di realizzare lavori più particolari, come la già citata turricula.
Ma anche riproduzioni di pedine in metallo, dadi in osso e altri lavori su commissione o per musei.
E’ nato così History Games.

La Turricula citata nell'intervista. Così i legionari che giocavano a dadi non potevano imbrogliare

La Turricula citata nell’intervista. Così i legionari che giocavano a dadi non potevano imbrogliare

Quanto è difficile portare avanti questa attività?
Abbiamo letto che avete anche una “missione educativa” nelle scuole.
In quest’attività, il settore pubblico, vi è vicino in qualche modo?

In nessun modo il settore pubblico ci ha mai aiutati.
Devo dire che anche le scuole, che dovrebbero essere le prime ad abbracciare tale tipo di progetto, hanno sempre snobbato l’importanza dell’attività ludica storica nella didattica (come rendere la storia noiosa, un solo susseguirsi di date N.d.R).

Un Gualtiero sodisfatto della sua turricula. E ne ha ragione

Un Gualtiero sodisfatto della sua turricula. E ne ha ragione

Esperienze positive?

Per fortuna sul nostro percorso abbiamo incontrato insegnanti illuminati.
Per loro iniziativa ci hanno voluti coinvolgere nella didattica con risultati eccezionali.
In altri casi sono stati i genitori a rendersene conto e a parlarne a scuola.
Altre volte ancora gli organizzatori di eventi storici più attenti al valore della didattica hanno capito la potenzialità del gioco da tavolo antico.
Comunque è difficile e richiede molto sacrificio.
Non so quanti avrebbero portato avanti un progetto così nobile ma così poco redditizio!

Che cosa avete in mente per il futuro?

Sia io che Gualtiero non possiamo per ora vivere di questo, ma abbiamo deciso di continuare e di insistere.
Crediamo nel valore del nostro progetto: è una cosa che manca, che colma una lacuna.
Permette di mantenere viva la memoria su giochi scomparsi, disegnando un ponte tangibile di cinquemila anni di storia del gioco da tavolo.

Anche noi crediamo sia un progetto di estremo interesse che, come in altri Paesi, meriterebbe sovvenzioni pubbliche.

Una ricostruzione di Monica e Gualtiero: Senet

Una ricostruzione di Monica e Gualtiero: Senet

In conclusione

In questi giorni c’è stato il Lucca Changes, la versione online anti-Covid del Lucca Games.
Proprio stamani, su Ray Play, abbiamo potuto vedere il podcast di Andrea Angiolino in parte dedicato al gioco da tavolo nella storia. Vi consigliamo la visione, soprattutto se siete Giocatori Inesperti.
Abbiamo quindi pensato fosse il momento di uscire con l’intervista ai ragazzi di History Games.it.
Ci ha fatto davvero piacere incontrare, seppure virtualmente, Monica e Gualtiero.
Sperando che la situazione coronavirus rientri, ci piacerebbe visitare il laboratorio di Gualtiero.
Speriamo anche di poter recensire le loro riproduzioni.
L’idea di abbinare il gioco, con un approccio di ricostruzione scientifica, ad artigianato di alta qualità è secondo noi vincente.
Comunque rimanete sintonizzati: il binomio Storia-gioco ha ancora molto da dire.

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