This War of Mine: non tutti erano soldati

This War of Mine è un gioco serio. Serio è infatti il tema trattato. Sebbene non esplicitamente riportato, questo titolo ci riporta ai fatti di una Sarajevo assediata durante la guerra civile nei Balcani.
Beh.. non è il primo gioco di guerra. Sì, ma questo non è Risiko. Nessun carro armato da spostare. Non è neppure Days of Ire: i personaggi non sono insorti, nè eroi. In This War of Mine (TWOM) interpreterete gente comune, come il professore o il magazziniere, che tentano di sopravvivere. Ma procediamo con ordine.

 

schedaThis war of mine

Pendragon Game Studio

Da 1 a 6 giocatori. Età 18+
Durata di una partita: 45 / 120 minuti
Prezzo: 70  Eur circa


Materiale pregiato in quantità

In This War of Mine non si sono fatti parlare dietro: il materiale è copioso e di buona qualità. Troviamo infatti token che spaziano da cibo in scatola al fucile di assalto, in spesso cartoncino. Anche rondelle, legno ed acqua sono in ottima fattura. Per i personaggi, ben 13, abbiamo miniature ed alcuni accorgimenti, come gli anelli colorati, ne aiutano l’identificazione durante il gioco.
Il colore che prevale è il bianco e nero, il colore dei ricordi. Colori freddi, come il freddo stesso che attanaglierà i personaggi all’interno del loro Rifugio.

componenti-This-war-of-mine

Nel vivo della sopravvivenza

Buttiamoci nella meccanica del gioco, senza svelare troppo nel regolamento. Sostanzialmente infatti, come riportato sulla scatola, non serve “studiare” nessun libriccino. E’ infatti lo stesso gioco, tramite le carte, a condurti per mano. Al Giocatore Inesperto basterà una letta al cosiddetto “Diario”, che vi condurrà per mano durante i round.
Ogni round è diviso in diverse fasi, che ripercorrono le parti della giornata. Di giorno il gruppo rimane barricato in casa (il Rifugio) cercando di assesstarlo alla bell’e meglio. Più avanti nel gioco potreste addirittura costruirvi delle attrezzature. All’inizio avrete problemi ben più gravosi, come trovare cibo.
Per questo ogni notte una pattuglia di superstiti uscirà, sfidando bombe e cecchini, per rovistare i quartieri vicini in cerca di materiale, fra cui per l’appunto il cibo.
La stessa cosa faranno però altri concittadini, più o meno malintenzionati, pertanto dovrete lasciare di guardia qualcuno a difendere il vostro Rifugio.
Si fanno poi i conti di come è andata. Qualcuno sarà rimasto ferito in qualche perlustrazione o difendendo la vostra casa, altri si ammaleranno per il freddo o cadranno in depressione per la situazione in cui si trovano. Senza contare, come si diceva, il problema del cibo.

Un’analisi introspettiva profonda

Quindi tutto si limita a mangiare e dormire? Direi proprio di no. In This War of Mine i personaggi hanno più necessità, come prendere un caffè o fumarsi una sigaretta. Il gioco si spinge oltre, simulando l’empatia fra le persone: vedere un compagno soffrire aumenterà la tristezza del personaggio. In fondo sono gente comune, brave persone, ed anche uccidere altre persone, seppur costretti alle volte, avrà un’influenza sulla psiche.
Gli autori si sono quindi spinti in una caratterizzazione davvero notevole dei personaggi. Non troverete infatti “poteri speciali”, ma sicuramente ciascun superstite ha una sua connotazione che lo rende unico.

Un’ottima rigiocabilità

Sebbene possa sembrare che lo scorrere dei round possa essere ripetitivo, in realtà ogni turno è differente. Le carte, davvero un sacco, vi sottoporranno di volta in volta una nuova sfida.
Sebbene il regolamento sia semplice, vincere (ovvero sopravvivere fino al “Cessate il Fuoco”) non è per niente banale. Così dopo una cocente sconfitta, sarete tentati di riprovare di nuovo a sfidare The War of Mine. Il gioco, per il girare delle carte, sarà nuovamente diverso e dovrete adattarvi ad esso con una nuova strategia.
Il voluminoso “Libro delle Storie” aggiunge un po’ di pepe a tutta la questione. Durante il gioco sarete invitati a leggere qualche paragrafo di questo libro, alla fine del quale dovrete compiere delle scelte (ricorda i librogame di qualche decennio fa). Le Storie sono davvero tante e permettono di alzare di un gradino la rigiocabilità del titolo e di due quello dell’ambientazione.

In definitiva

Un regolamento semplice quindi e un gioco che gira fluido. Ci aspettavamo che potesse interessare solo amanti del genere, invece anche giocatori più distanti l’hanno apprezzato. Sicuramente la sensazione di scarsità di risorse e precarietà, ben riesce a trasmettere quel senso di angoscia come il titolo si propone di fare.
Il gioco è sicuramente impregnato di un’implicita aleatorietà, che a volte rende impotenti, così come la vita rende fragili nelle vicissitudine raccontate.
Se il rischio era quello di trovarsi di fronte a un polpettone, che avesse lo scopo di scimmiottare l’omonimo videogioco, questo non accade. Anzi ci troviamo di fronte a un’opera di ambientazione, coinvolgimento e profondità con pochi eguali nel panorama ludico. Sebbene per le tematiche un po’ forti è consigliato ad un pubblico adulto, è un titolo, forse con il giusto supporto, da portare fra i giovani a scopo didattico.
La Redazione sicuramente lo promuove e aspetta golosa le espansioni in programma.

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