Ludisburg: un punto d’incontro fra autori, editori e…appassionati

Qualche settimana fa abbiamo fatto una chiacchierata con dei ragazzi: Alfredo, Fabio e Sara.
Ci hanno raccontato una storia. Come altre volte è una storia che ci ha appassionato.
Speriamo di potervene raccontare sempre di più.
E’ questa la storia di Ludisburg.

Tempo di lettura 7 minuti

Si dice che ogni giocatore di giochi da tavolo sia anche un autore.
Alcuni poi vorrebbero farlo di mestiere, passando in qualche modo da utenti a protagonisti.
Per certi versi, anche se ha preso un sbocco differente, è la storia di noi di Volpe Giocosa.
E’ come noi, molti non ambiscono a fare del gioco da tavolo la loro attività primaria.
E’ solo un hobby, che però coltivano con cura.
Se forse tenere un blog è più semplice, magari arrivare a vedere un proprio gioco in un negozio è più complesso.
Lo è già per chi fa di quest’attività il proprio lavoro. Ludisburg nasce proprio per facilitare questo compito.
Prima di fare errori, sperando non sia troppo tardi, vi vogliamo presentare i tre fondatori del progetto Ludisburg.

Immagine presa dal sito di Ludisburg, non scelta a casa. Crediamo che sintetizzi in modo efficace cosa Ludisbrug si prefigge di essere

Presentiamoci

Ciao ragazzi. Innanzitutto grazie per questa intervista.
Ci sembra di capire che i soci fondatori di Ludisburg siano 3.
Come vi siete conosciuti?

Alfredo: con Sara ci siamo conosciuti circa 10 anni fa in ambito lavorativo e abbiamo lavorato insieme talmente bene che ci siamo sposati.
Fabio: Io e Alfredo siamo stati colleghi di lavoro per qualche anno a partire dal 2009 e poi siamo diventati amici.

Detto questo, come vi siete avvicinati al mondo del gioco da tavolo?
Avrete iniziato come giocatori..e poi?

Sara: da piccola mi hanno regalato Inkognito e insieme al Monopoly sono subito diventati i miei giochi preferiti. Questa passione è cresciuta negli anni e l’esperienza di vita e lavorativa mi hanno aiutato a realizzare con Alfredo e Fabio il progetto Ludisburg.
La passione nasce da bambino e negli anni 80, sebbene ci sia stato il boom dei videogiochi con il Commodore 64 e lo Spectrum, i giochi da tavolo occupavano molto del mio tempo libero.
Da adulto ho proseguito con l’idea di sviluppare un mio gioco e di vederlo pubblicato

Tu Fabio?

Fin da bambino sono stato appassionato di giochi da tavolo, i miei preferiti erano Brivido e Dragon (oltre a Il pranzo è servito e Bis) .
Come ha detto Fabio da li a poco sarebbero arrivate le prime console ed home computer.
Tuttavia quello che mi affascinava dei giochi da tavolo era come, con pochi elementi fisici, riuscissero a farti vivere un avventura sempre diversa.
Quando sentii parlare di un certo Dungeons & Dragons, da quel momento il mio sogno nel cassetto è stato quello di creare un gioco tutto mio.

Che giocatori sono gli amici di Ludisburg

Come giocatori, qual è la tipologia di giochi che preferite?

Non c’è una tipologia in particolare.
Quando gioco sono alla ricerca di una esperienza fortemente immersiva o semplicemente di puro divertimento per tutto il gruppo.

Se mi chiedete un gioco, propongo sempre un party game: più si ride e si fa festa meglio è!
A questo si contrappone la mia passione per l’horror e i giochi di ruolo, tra tutti Il richiamo di Cthulhu.

Preferisco i giochi collaborativi perché si vince o si perde tutti insieme.
Di solito è la scelta più divertente e rilassante, mancando la parte competitiva.

Una fiera è l’occasione di incontrare molte persone, ma può essere difficile farsi notare (credit: ModenaToday)

L’idea di Ludisburg

Alcuni di voi hanno avuto un’esperienza anche come autori, o avevate comunque un’idea.
Che difficoltà avete trovato nel proporre il vostro progetto?

Alfredo: negli ultimi anni ho realizzato molti prototipi, ma solo un paio di essi li ho sviluppati al punto di essere mostrati a un editore.
Purtroppo quello che pensavo potesse essere un percorso di crescita si è poi rivelato una corsa a ostacoli.
Nelle fiere infatti l’incontro con l’editore interessato diventava una specie di speed-date nel quale era sempre difficile evidenziare i punti forti del proprio gioco.

Le maggiori difficoltà sono state quelle di farci conoscere dagli editori e fare i playtest con persone estranee alla famiglia o alla cerchia di amici.
C’è poi il dover viaggiare per andare alle fiere e convincere gli editori a venire a vedere il nostro gioco.
C’è poi lo scetticismo del pubblico verso gli autori emergenti.

Autori esordienti: croce e delizia

Qual è stato l’episodio più frustrante?

Ricordo durante una fiera, che in tanti mi hanno consigliato di trasformare il mio prototipo, uno skirmish, in un gioco da tavolo.
Questo mi ha fatto capire quanto sarebbe stato utile potermi confrontare con altri autori anche durante lo sviluppo del gioco e non solo in quelle occasioni.

Per me è stata l’attesa di mesi fra una fiera e l’altra senza avere la certezza di farlo vedere ad un editore.
Infatti durante una fiera l’editore è più che altro impegnato a promuovere i suoi giochi piuttosto che andare a testare quelli nuovi.

Al contrario quello più divertente?

Per me Fabio senza dubbio a Modena Play! quando abbiamo giocato al nostro ultimo prototipo con diverse persone.
Quel giorno non abbiamo più pensato alla fatica di arrivare a quel punto.
Ci stavamo semplicemente divertendo con tutti quei ragazzi che si alternavano al nostro tavolo.
Ci chiedevano anche quando avrebbero potuto acquistarlo!

Come pensate che Ludisburg possa facilitare gli autori nel proporre i loro giochi?

Può sembrare che Ludisburg sia solo un modo per mettere in vetrina il proprio prototipo ed essere notato da un editore.
Ci sono anche altri vantaggi. C’è ad esempio l’interazione con gli altri appassionati di giochi, ed è più facile ricevere suggerimenti e consigli.
Inoltre, viene creata una base di potenziali giocatori e acquirenti ancor prima che il gioco venga pubblicato.
Con i commenti e le reazioni degli altri utenti si riesce a capire se il gioco ha delle potenzialità, e decidere se fare un’autoproduzione o un Kickstarter.

Spesso un autore ha bisogno che l’artwork del suo gioco sia curato, così da presentarsi al meglio

Tenere “segreto” il proprio prototipo o no?

Non pensate qualche autore tema gli rubino l’idea?

Tra alcuni autori c’è questo timore e fanno “uscire” di rado il loro gioco.
È proprio questo il cambiamento che Ludisburg vuole portare.
Difatti è meglio mostrare il più possibile il proprio gioco o prototipo in modo da farlo conoscere a più persone possibili.
In questo modo si è identificati con esso e avrebbe poco senso copiarlo: nessun editore lo accetterebbe.

A un certo punto, capiamo, avete voluto, in qualche modo passare dall’altra parte del tavolo. Immaginiamo che è nata così Ludisburg.
Ci abbiamo preso? Anzi, quando è nata?

Le difficoltà che si incontrano nel far conoscere i propri giochi e la carenza di strumenti informatici dedicati al mondo della prototipazione ci ha portato ad avere l’idea di Ludisburg.

Pensate possa essere un’opportunità solo per gli autori esordienti, in modo da avere una più ampia e “rapida” vetrina, o anche per gli editori?

Ludisburg non è solo per gli esordienti, ma anche per gli autori affermati che vogliono mostrare il proprio gioco.
Dall’altra parte, gli editori possono cercare in maniera puntuale i prototipi adeguati alla loro linea editoriale.
Grazie a Ludisburg possono seguire la loro evoluzione, considerare il coinvolgimento della community e soprattutto limitare l’arrivo di numerosi prototipi fisici in azienda.

Ludisburg è un punto di incontro anche per il blogger, come la Redazione di Volpe Giocosa

Italia e Resto del Mondo

Questa idea ci sembra abbastanza innovativa in Italia. Conosciamo infatti Inventori di Giochi come punto di incontro fra autori e pubblico.
Tambù offre un’opportunità simile. Come vi ponete in relazione a queste due realtà?

Non siamo in concorrenza con realtà simili, anzi ci consideriamo un valido strumento di lavoro per entrambe e per tutte quelle realtà che gravitano attorno al mondo dei giochi e della prototipazione.

Ludisburg andrà all’estero?

Ludisburg non è nato per essere un progetto esclusivamente italiano, ma puntiamo ad entrare nel mercato francese, tedesco, inglese e statunitense.

Ludisburg si propone di coprire tutto il ventaglio dell’offerta ludica

Il futuro di Ludisburg

Quali sono gli obiettivi a medio termine di Ludisburg?

Diventare un punto di riferimento e un valido strumento per autori, editori, artisti, blogger, associazioni ludiche, ludoteche, scuole di formazione, ecc…

Ormai strumenti di crowdfunding come Kickstarter sono sempre più usati per pubblicare giochi.
Che ne pensate di questo strumento?
Pensate possa dare Ludisburg supporto a chi voglia provare questa strada?

Ludisburg ti permette di capire se il tuo gioco suscita interesse nei giocatori prima ancora che venga prodotto.
Inoltre puoi creare una comunità di appassionati attorno ad esso che potrà essere un volano per la tua eventuale campagna Kickstarter.

Altre iniziative all’orizzonte

Oltre a creare un punto di incontro fra autori, editori, creatori di contenuti e utenti finali, potrebbe Ludisburg ospitare altre iniziative?
Ci riferiamo a concorsi, corsi, tutorial…

Ludisburg è in continua evoluzione per diventare la piattaforma ideale per contest, eventi live, corsi, tutorial e organizzare playtest.

Scusate una domanda: come nasce la mascotte di Ludisburg? Sembra un canide…siamo parenti?

L’idea era quella di fondere i concetti di ingegno e gioco, da qui la scelta della volpe che viene rappresentata come parte di un dado, simbolo universale del gioco, ma anche come un astuto narratore dietro uno schermo (non l’avevate notato?)

In conclusione

Abbiamo conosciuto i ragazzi che hanno fondato Ludisburg.
Parliamo di una community dove autori ed editori, ma tutti gli appassionati del genere a vario titolo, possono confrontarsi.
Sapete come a Volpe Giocosa piacciano questi progetti.
Trovate nelle nostra pagina diversi articoli su giochi prodotti con Tambù e presto speriamo di proporne altri.
Allo stesso tempo, presto vi parleremo di un concorso che sta volgendo al termine.
Ci riferiamo al concorso per prototipi di Cardboard Edison, che, nonostante le difficoltà legate alla pandemia, si è svolto ugualmente.
Quindi siamo più che lieti di avere fatto la conoscenza di Ludisburg e non vediamo l’ora di tornare a riparlarvene.

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